Attualità a cura di Maurizio Donini

Il mercato del lavoro continua ad invecchiare

Da quando si è iniziato a monitorare le serie storiche, non si era mai arrivati a un numero così
elevato di occupati: 23,975 milioni, cresciuti di oltre mezzo milione, 516mila unità, in un anno. Ma
serve guardare chi sono i nuovi occupati per comprendere realmente questa crescita. Su 516 mila
nuovi lavoratori, 29 mila sono tra 15 e i 24 anni, 84 mila sono tra i 25 e i 34 anni, 44 mila sono tra i
35 e i 49 anni, 289 mila sono tra i 50 e i 64 anni e 70 mila sono over 65.
L’Italia resta in fondo alle classifiche europee per tasso d’occupazione, ben al di sotto della media
UE, più precisamente al penultimo posto. Questo nonostante un mercato del lavoro che risulta
essere in grado di assorbire l’offerta di lavoro, a testimoniarlo il calo dei disoccupati, con -55mila
unità e un numero di inattivi pressoché costante, +5mila unità. Data l’arretratezza italiana in tema
di occupazione femminile, è positivo che anche questo mese il dato sia in crescita, con +62mila
occupate soltanto in aprile e una riduzione, seppur molto lieve, del numero di inattive, che rimane
elevato (quasi 8 milioni). Non altrettanto positivi i dati riguardanti l’altra fascia ancora debole della
popolazione, i lavoratori giovani, tra i 25 e i 34 anni cresce infatti in modo consistente il tasso di
inattività (+0,7%), che cala invece in tutte le altre fasce della popolazione. Il dato più eloquente
resta quindi la distribuzione per fasce d’età dei nuovi occupati: anche ad aprile, la maggior parte,
in continuità con i mesi precedenti, si colloca fra gli over 35, non solo, mentre gli over 50 crescono
dello 0,2%, nella fascia 25-34 anni l’occupazione cala dello 0,5% rispetto al mese precedente.
Quindi sempre più occupati, ma soprattutto adulti e molto adulti.
I dati così vengono analizzati dal Presidente ADAPT Francesco Seghezzi: “Questi dati devono far
riflettere, perché accompagneranno la nuova normalità del mercato del lavoro e non possiamo non
domandarci cosa accadrà quando la generazione degli over 50 andrà in pensione, oltre che
chiederci quali siano le ragioni di un numero così elevato di nuovi assunti over 65. E in ogni caso la
prossimità ai 24milioni non basta. Se analizziamo gli occupati per fascia d’età vediamo come 2 su 3
siano tra i 50 e i 64 anni e solo 1 su 5 sotto i 35 anni. I dati sono quindi complessivamente positivi
ma ci raccontano di una pelle del mercato del lavoro che sta rapidamente invecchiando, con tutte
le conseguenze che possiamo immaginare nel futuro breve, quando questa generazione andrà in
pensione. Guardando i dati, gli over 50 sono la categoria più performante, non solo continua a
crescere l’occupazione, ma diminuiscono sia la disoccupazione che l’inattività. Il punto è capire
perché le aziende si rivolgono a questa fascia della popolazione e non a quelle più giovani, se esiste
un effettivo e motivato interesse o se si tratta di una scelta di necessità e quindi se e come
l’incontro fra domanda e offerte di profili e competenze sul mercato del lavoro stia funzionando.”

MAURIZIO DONINI