Fermo è tutto un fiorir di liste
E’ tutto un fiorir di liste e di candidati a sindaco in quel di Fermo. Tutti legittimamente hanno il diritto di partecipare e di contribuire al meglio alla vita cittadina, ma a tutto questo protagonismo, salvi rari casi, non corrisponde un analogo sforzo a livello progettuale. La situazione della città è sotto gli occhi di tutti non da oggi, l’ultima sindacatura Brambatti non ha certo contribuito a cambiare il volto di Fermo, forse non ha potuto, di certo le idee scarseggiavano alquanto. Oggi siamo ad almeno sei liste, per la maggior parte civiche, eccezion fatta per Zacheo tutti gli altri hanno avuto una qualche parte nelle recenti o passate tornate amministrative, hanno esperienza, capacità, qualcuno ha uno spiccato senso dell’amministrazione e della politica. Occorrono a questo punto programmi o meglio cronoprogrammi. I ritardi accumulati sono incredibili e a tutt’oggi i candidati nella maggior parte dei casi si tengono sul generico, tanto fa tremare i polsi mettersi alla guida di una città in forte ritardo su tutto. Facciamo solo alcuni esempi, peraltro riportati più volte all’attenzione negli articoli precedenti, valorizzazione e dismissione del patrimonio comunale, una priorità per sanare il bilancio e tentare la via degli investimenti. Le infrastrutture, in particolare quelle viarie, dalla pessima realizzazione della variante del Ferro, alle provinciali da discutere con la provincia. La valorizzazione autentica di alcuni immobili acquisiti con scopo incerto, l’ex convitto Fontevecchia, serve ancora una sede faraonica per una Provincia destinata all’estinzione? L’ex stabile del Consorzio Agrario, può un edificio posto in maniera strategica rispetto alla città essere destinato ad un uso residuale o peggio avvilente? Il rilancio del centro storico, impresa titanica per la quale non possono bastare cinque anni e per la quale fino ad oggi non si è scritto nero su bianco neppure un rigo, né si è coinvolto alcuno in un progetto che richiederebbe almeno un gruppo di lavoro permanente atto sondare tutte le realtà cittadine. Dal rilancio del centro storico passa anche l’esigenza del riuso delle centinaia di immobili di varia natura, commerciale, direzionale e abitativo attualmente inutilizzati. Un piano per il lavoro, soprattutto giovanile, mettendo intorno ad un tavolo tutte le organizzazioni del settore, artigiani, industriali e la Camera di Commercio divenuta oramai un simulacro dei tagliatori di nastri e inaugurazioni. Potremmo continuare ancora a lungo, ma servirebbe solo a tediare i nostri lettori, mentre vogliamo solo dare un’idea dell’impegno che attende i candidati sindaco e del quale, forse, molti, neppure si rendono conto.
ARES