Consumo del suolo, stiamo asfaltando il nostro futuro!
Oggi 6 maggio viene presentato a Milano, a cura dell’ISPRA il rapporto 2015 sul consumo del suolo. Da una percentuale de 2,7% degli anni “50 all’odierno 7% le attività costruttive e la distruzione del suolo non ha avuto pause, oggi viaggiamo a duna media di 50 ettari al giorno. La crisi immobiliare di questi ultimi anni o le difficoltà burocratiche nella realizzazione delle opere pubbliche non sono riuscite a rallentare o a frenare un fenomeno devastante come il consumo di suolo, incentivato, almeno fino alle delibere di comuni e provincie per il blocco, dalla proliferazione degli impianti fotovoltaici a terra in grado di portare l’Italia sul gradino più alto in Europa fra i Paesi produttori di energia con sistemi alternativi. L’ISPRA disegna delle vere e proprie mappe del territorio ed assegna delle specifiche classifiche a regioni, provincie e comuni in quanto a consumo, complessivamente nel 2014 siamo riusciti a mettere cemento su duecento chilometri quadrati, mentre ogni giorno il consumo costante è intorno ai 55 ettari. Nella speciale classifica dell’ISPRA si distinguono le Regioni di Nord Est rispetto al Nord Ovest tra le regioni che consumano di più, nonostante le sciagure propiziate dal colpevole uso del territorio e dal mancato rispetto dei vincoli idrogeologici, un esempio per tutti quanto accaduto in Liguria. Ovviamente di mezzo ci sono anche i cambiamenti climatici, eventi questi ultimi progressivamente stimolati proprio, come narrano i meteorologi dall’utilizzo scellerato del suolo, dall’assenza di attenzione per il rischio idrogeologico e d auna errata pianificazione del territorio, con l’aumento progressivo di anidride carbonica nell’atmosfera a are da miccia per i fenomeni alluvionali più gravi e disastrosi degli ultimi anni. In tutto questo la necessità di nuove abitazioni non si connette con l’uso spregiudicato del suolo, tanto più le abitazioni vengono costruite e rimangono pe rla maggior parte sfitte. Dal nord al sud lo scenario non cambia e le regioni del sud, Puglia e Campania in testa fanno concorrenza alla Lombardia e al Veneto per la vetta della classifica, mentre nel solo 2013 tre regioni hanno battuto ogni record con un 10,2%, Emilia Romagna, Lazio e Toscana. Nel prossimo futuro sono da verificare le conseguenze del disegno di legge “sulla semplificazione” e le conseguenze dello Sblocca Italia, con procedure semplificate, silenzio assenso e decisioni delle conferenze di servizio prese a maggioranza. Probabilmente invece di puntare sul recupero del patrimonio immobiliare vetusto, sulle ristrutturazioni e riqualificazioni anche antisismiche, prevenendo spese e catastrofi, su opere pubbliche effettivamente utili alla collettività, si continuerà ancora per un po’ con una politica autolesionista e suicida, così come fotografa con esemplare efficacia il rapporto ISPRA.
ARES