La Saga dei numeri
Renzi garrisce twittando per il +24% dei contratti a tempo indeterminato, per il +4,3% della produzione industriale, anche le immatricolazioni salgono a +36,9% e l’innato entusiasmo renziano non sta più nella pelle. Peccato nessuno sottolinei, ovvero pochissimi lo fanno, il fronte occupazionale rimane negativo, anzi gli ultimi dati registrano un peggioramento, in particolare tra i giovani. A noi i conti non tornano! Forse, ma ne abbiamo la quasi certezza, ognuno conta e mette in statistica le cose che più gli interessano. Vediamo nel dettaglio quali sono le discrasie più evidenti. Al dato sui contratti +24% non corrisponde parimenti una diminuzione del tasso di disoccupazione, segnale evidente, come abbiamo già avuto modo di segnalare nel recente passato, dopo i dati di febbraio, di un fenomeno legato al rinnovo di contratti scaduti, rinnovati con le nuove regole e gli sgravi fiscali introdotti dallo Sblocca Italia. Inoltre ci preme sottolineare a sostegno di questa tesi il dato sulla forza lavoro, cioè sugli occupati, di cui nessuno evidenzia la gravità. L’Italia, in Europa, è al 59,9% per forza lavoro contata tra coloro che hanno una fascia di età tra i 20 e i 60 anni. Peggio dell’Italia fanno solo Grecia e Croazia, ma questo i nostri politici e gli organi di stampa non lo dicono. Bene la produzione industriale dicevamo, questo potrebbe regalarci un margine migliore nelle percentuali di Pil, ma c’è allarme per la chiusura a centinaia delle aziende artigiane, per assenza di credito, pesantezza del fisco e mancati incentivi. Quanto alle immatricolazoni certamente fanno da stabilizzatore di un settore quello metalmeccanico che nel recente passato ha assorbito dosi massicce di cassa integrazione, ma certo non un sintomo positivo di ripresa tout court. Infine il flop gigantesco di Garanzia Giovani e le migliaia di giovani illusi e in parte neppure pagati, ma di questo Renzi non parla neppure e Poletti fa melina annunciando nuovi decreti che no spostano di una virgola un progetto velleitario.
ARES
