E’ l’ora di osare!
E’ l’ora di osare! Troppo timida l’attività del governo, troppo incerta la navigazione dell’esecutivo sulle questioni fondamentali, economia, lavoro spending review. Il premier prenda esempio da Mattarella, si faccia coraggio e avvii quella politica di tagli e di risparmi che nessun governo, tantomeno di sinistra ha mai avuto la capacità e soprattutto il coraggio di fare. La ricerca esasperata del consenso, la necessità di farsi accettare da larghe fasce di elettorato inserite all’interno dei gangli dello Stato hanno sempre rinviato una vera politica riformatrice e modernizzatrice del Paese. Ora Mattarella, il timido, riflessivo, moderato Mattarella, taglia gli alloggi di servizio dei dipendenti del Quirinale, abbatte per la prima volta un beneficio “monarchico” assegnato a pochi privilegiati eletti, rispedendo tutti nelle proprie abitazioni. Proprio tutti no, ma è un bel segnale per un’Italia normale. Saprà il premier far tesoro della lezione del Presidente della repubblica? I prossimi mesi saranno alquanto duri, si tratterà di trovare fra i 30 e i 50 milioni di euro per far fronte agli impegni dell’esecutivo ed evitare l’applicazione delle clausole di salvaguardia. Si può fare in due modi, quello tradizionale con l’aggiunta di nuove imposte o delle stesse imposte di sempre , ma più salate, oppure tagliare la spesa e rendere quella rimanente più efficace, tagliare davvero gli enti inutili, cancellare le Regioni a Statuto Speciale, ridurre quelle ordinarie a non più di 6/9, provvedere per decreto all’accorpamento dei comuni sotto i 5.000 abitanti, cancellare due terzi degli enti di secondo grado, Comunità Montane, ATO, Provincie e Città Metropolitane, che saranno il nuovo buco nero della finanza pubblica. A questo va accompagnata una coraggiosa manovra di rimpasto governativo in grado di portare nei dicasteri chiave figure di indubbia capacità e indipendenza, a cominciare dal Ministero del Lavoro, dove l’opera del Ministro Poletti si è dimostrata inefficace per non dire fallimentare. Le prove sono nel totale fallimento di Garanzia Giovani, nella incapacità di capire che il Jobs Act da solo non basta a sconfiggere seppure in piccola parte la disoccupazione, l’incapacità di incardinare provvedimenti di reale detassazione per le aziende in grado di far ripartire l’economia e il ritardo con il quale si avvia a soluzione il bubbone delle Agenzie territoriali per il lavoro, autentico strumento di assoluta inadeguatezza difronte al dramma della disoccupazione. Stessa sorte dovrebbe subire il Ministro degli interni, ma in questo caso essendo anche capo di uno dei partiti che sorreggono la maggioranza ballerina del premier sarà più complicato prevedere la nomina di un politico capace ed attrezzato a battere la criminalità imperante in questo Paese o i nodi della immigrazione oramai dilagante.
ARES