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L’Università di Urbino prima dell’Epa aveva sgamato Wolkswagen

000wolktestURBINO – Il caso Wolkswagen, con la casa tedesca pizzicata a “taroccare” al ribasso le emissioni delle proprie auto, ha stupito molti. Ma non tutti e di sicuro non i ricercatori dell’Università di Urbino, che anzi fin dall’anno scorso avevano sollevato pesanti dubbi sulla questione.

Attraverso il progetto Sefira, finanziato dall’Unione Europea, l’ateneo di Urbino sta curando in particolare un approfondimento scientifico sul suo sito web (www.sefira-project.eu) delle notizie legate alle accuse da parte dell’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Usa contro la casa automobilistica tedesca per le presunte modifiche illegali alle centraline elettroniche per falsare i dati sulle emissioni di Ossidi di Azoto di più di 500.000 auto diesel dal 2009 ad oggi. «La relazione controversa tra le emissioni dichiarate, testate e rilevate nei cicli di guida reale – sottolinea una nota dell’Università – era stata descritta negli scorsi anni da numerosi studi indipendenti sollevando dubbi sull’utilità del sistema degli Euro Standard per le autovetture. Il progetto Sefira ha emesso nel dicembre 2014 una nota tecnica per sottolineare questo problema in relazione alla discussione sulle nuove direttive per la qualità dell’aria in corso a Bruxelles». Il progetto in atto (www.sefira-project.eu) è un’azione di coordinamento della ricerca finanziato dal settimo Programma Quadro della Commissione europea, coordinato dalla professoressa Michela Maione dell’Università di Urbino con il coinvolgimento di partner scientifici internazionali come King’s College di Londra e Iiasa di Vienna. I principali scopi dell’azione triennale iniziata nel giugno 2013 sono lo studio e la messa in rete di conoscenze sulle implicazioni socio-economiche delle politiche sulla qualità dell’aria promosse dall’Unione Europea.