Nuova Banca Marche riparte da Goffi e Nicastro
ANCONA È Luciano Goffi, già direttore generale di Banca Marche, il nuovo amministratore delegato della Nuova Banca Marche. Nuova Bdm è una delle 4 banche ripulite dai crediti deteriorati e nate a seguito del piano di salvataggio e risoluzione approvato ieri dal Consiglio dei ministri. L’Ad è stato designato da Bankitalia. Il presidente di
Nuova Banca Marche e degli altri 3 istituti è Roberto
Nicastro, ex Dg di Unicredit.
La Banca d’Italia, comunica sul suo sito, ha nominato Roberto Nicastro, Luciano Goffi, e Maria Pierdicchi componenti del Consiglio di amministrazione della Nuova Banca delle Marche spa (ente ponte). Massimo Spisni, Alessandra Stabilini e Alessandro Carretta sono i componenti del Collegio sindacale della banca; Gianfranco Antonio Vento e Venceslao Stevens sono i sindaci supplenti. Roberto Nicastro e Luciano Goffi assumono rispettivamente la carica di presidente del Consiglio di amministrazione e amministratore delegato; Massimo Spisni assume la carica di presidente del Collegio sindacale.
«Nasce la Good Bank Nuova Banca delle Marche. La nostra banca da questa mattina dispone di un capitale fresco di 1.041 milioni di euro, l’indicatore Core Tier 1 sta al 9% e siamo dotati a questo punto di ingente nuova liquidità». È quanto si legge in una nota pubblicata questa mattina sul sito istituzionale di Banca Marche.
L’operazione di salvataggio di Banca Marche, prosegue la nota, «non è costata nulla ai contribuenti italiani, e anche questo è un fatto molto importante se pensiamo a quanto hanno pesato all’estero i salvataggi bancari sulle tasche dei cittadini. In questo caso il ruolo ampiamente maggioritario è stato sostenuto dal complesso del sistema bancario che è intervenuto prontamente».
«La protezione dei depositanti e dei detentori di obbligazioni senior – continua la nota – ha poi richiesto da parte dell’Autorità di Risoluzione sacrifici agli azionisti ed ai possessori di obbligazioni subordinate della vecchia banca, dei quali ben comprendiamo il rammarico. Ci pare sia stata però una scelta senza alternative, che ha evitato di mettere a repentaglio tutti i depositanti e in ultima analisi di danneggiare gravemente lo stesso tessuto economico dei nostri territori».