Da Infolampo: Pensioni ed emergenza sociale
Pensioni: domani i sindacati in oltre cento piazze.
Piccinini: “Sono l’emergenza sociale del paese”.
‘Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani’. E’ questo lo slogan che accompagnerà la giornata di
mobilitazione nazionale promossa da Cgil, Cisl e Uil per domani. Iniziative e manifestazioni unitarie si
svolgeranno a livello territoriale in tutto il Paese.
I segretari generali delle tre confederazioni sindacali, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo
Barbagallo, saranno presenti rispettivamente a Venezia, in Campo Santa Margherita, a Roma, in Piazza
SS. Apostoli, e a Napoli, in Piazza Giacomo Matteotti. I
comizi finali saranno preceduti da cortei che attraverseranno
le città.
“Sabato 2 aprile sarà una giornata assai significativa, perché
le pensioni sono l’emergenza sociale del momento”. Lo ha
detto ieri ai microfoni di Radio Articolo 1, Morena Piccinini,
presidente dell’Inca.. Il carattere unitario dell’iniziativa
dimostra, seppur con alterne vicende, quanto il tema sia
trasversale alle tre organizzazioni confederali, nonché
pesantissimo per il futuro di milioni di italiani, perché i
cambiamenti avvenuti negli ultimi anni – e non solo la legge
Monti-Fornero – hanno determinato un livello d’incertezza,
malessere e disagio nelle persone, giovani e meno giovani,
che le pensioni sono diventate una delle chiavi di volta
dell’equilibrio sociale del Paese”. “In primo luogo, bisogna
smetterla con l’emergenza dei cosiddetti esodati: ciò
significa dare una risposta strutturale alla questione. È in corso un dibattito davvero stucchevole, circa i
vincoli con l’Unione europea. In realtà, non c’è alcun problema di costi, perché è molto più costoso
mantenere un sistema bloccato, come l’attuale, sia per le imprese sia per i lavoratori che per il sistema
pubblico, piuttosto che gestire con naturalezza uno spazio di flessibilità, peraltro previsto in modo molto
esplicito nel metodo contributivo. La seconda cosa che rivendichiamo è dare valore alle pensioni in
essere. La sentenza della Corte costituzionale è stata applicata dal governo nei minimissimi termini, solo
al fine di evitare di ricevere un’ulteriore infrazione europea.
LE MANIFESTAZIONI SULLE PENSIONI DI SABATO 2 APRILE
AD ANCONA, Il corteo partirà da Fiera della Pesca a piazza del Plebiscito (piazza del Papa) alle 9 per la
giornata di mobilitazione nazionale unitaria ‘Cambiare le pensioni, dare lavoro ai giovani’. Alla
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cento-piazze.html#more-6179
«Sulle tracce di mio nonno,
sindacalista ucciso dalla mafia»
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Redditi, la metà degli italiani sotto i 16.400 euro
Imprenditori più “poveri” dei dipendenti. Il 94,9% dei contribuenti non ha usato il nuovo 730
precompilato.
La metà dei contribuenti italiani ha redditi sotto i 16.400 euro. E i ‘ricchi’, cioè chi guadagna oltre i 300
mila euro, sono pochissimi: appena 31.700 su 40,7 milioni (lo 0,1%). Quasi nessuno, tra l’altro, ha
accettato la sua dichiarazione precompilata senza modifiche: ci hanno rimesso mano quasi il 95% dei
contribuenti. Il Mef promette però che la prossima, quella che sarà in distribuzione dal prossimo 15
aprile, sarà più completa e si potrà accettare con più facilità. Intanto il Dipartimento delle Finanze del
Tesoro fornisce l’analisi delle dichiarazioni 2015 sui redditi percepiti nel 2014. Tra le novità segnalate
quella relativa al bonus degli 80 euro, che ha consentito un calo dell’imposta netta del 4% e lo stacco tra
lavoratori autonomi e dipendenti. I primi infatti percepiscono circa 15 mila euro in più rispetto ai
dipendenti. Ecco l’analisi del Dipartimento Finanze.
REDDITO DICHIARATO IN AUMENTO DELLO 0,4%. La metà dei contribuenti non supera 16.430
euro di reddito complessivo dichiarato. Il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a circa 817
miliardi di euro per un valore medio di 20.320 euro. Il confronto con l’anno precedente mostra un
aumento dello 0,4%.
80 EURO, IRPEF SI RIDUCE DEL 4%. Il bonus di 80 euro è andato a circa 11,3 milioni, per un
ammontare di 6,1 miliardi di euro e un ammontare medio di 540 euro. L’imposta netta Irpef complessiva
mostra così un calo del 4%.
SOLO IL 5% NON HA MODIFICATO IL 730. Ad accettare la dichiarazione dei redditi precompilata è
stato appena il 5,1% degli oltre 13 milioni che hanno utilizzato il nuovo 730 online mentre il restante
94,9% ha rettificato e/o integrato i dati. Le dichiarazioni sono state accettate senza modifiche da 665.000
contribuenti.
POCHISSIMI PAPERONI. Appena il 4% dei contribuenti, su un totale di circa 40,7 milioni, dichiara più
di 50mila euro ma versa il 35% dell’Irpef totale mentre i ‘paperoni’ sopra i 300mila euro, che devono
quindi anche pagare il contributo di solidarietà, sono appena 31.700, lo 0,1% del totale.
IRPEF ‘ZERO’ PER 10 MILIONI DI ITALIANI. L’imposta netta Irpef nel 2014 (pressoché invariata
rispetto all’anno precedente) ha un valore medio di 4.920 euro ed è dichiarata da circa 30,7 milioni di
soggetti, pari al 76% del totale dei contribuenti. Circa 10 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a
zero.
CEDOLARE SECCA PER 1,4 MILIONI. La cedolare secca, giunta al quarto anno di applicazione, ha
interessato circa 1,4 milioni di soggetti (+33% rispetto al 2013) per un ammontare di imponibile di circa
9,3 miliardi di euro (+24%) e un’imposta dichiarata di 1,8 miliardi di euro.
DIPENDENTI PIÙ RICCHI DEGLI IMPRENDITORI. Gli autonomi hanno il reddito medio più elevato,
pari a 35.570 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è pari a 18.280 euro. Il reddito
medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 20.520 euro, quello dei pensionati a 16.700 euro.
CRESCONO LE ADDIZIONALI LOCALI. L’addizionale regionale ammonta a circa 11,4 miliardi di
euro (+1,8% rispetto al 2013) e in media è pari a 380 euro (370 euro nel 2013). L’addizionale comunale
ammonta invece complessivamente a 4,5 miliardi di euro, in aumento del 2,5% rispetto al 2013 (anno in
cui si era già registrato un aumento dell’8,5% rispetto al 2012), con un importo medio pari a 180 euro.
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euro_43675240349.htm