Unioni Civili ok del Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato da il via libera al decreto-ponte sulle unioni civili, un testo che di fatto rende già possibili le registrazioni nei Comuni, in attesa che le norme attuative definiscano, da qui a dicembre, l’applicazione concreta della legge varata a maggio dal Parlamento. «Con questo decreto comincerà la nuova stagione delle unioni civili», sintetizza infatti il presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno. E «dal 15 agosto via libera ai confetti arcobaleno», commenta soddisfatta la senatrice Monica Cirinnà che della legge è stata relatrice.
Il parere dei giudici amministrativi che compongono la sezione consultiva presieduta da Franco Frattini fa piazza pulita di uno dei principali dubbi che erano stati sollevati: quello dei sindaci obiettori di coscienza. La legge, ha spiegato oggi lo stesso Frattini in una conferenza stampa, non parla di sindaci. Parla, invece, «opportunamente» di ufficiali di stato civile, e non fa riferimento all’obiezione di coscienza: il sindaco che, per ragioni religiose o convinzioni etiche, non voglia procedere, può delegare – come avviene anche per il matrimonio – avvalendosi di «un’ampia platea di soggetti».
In questo modo, «il rischio di paralizzare surrettiziamente l’attuazione del provvedimento, è evitato». È stata proprio la legge Cirinnà a prevedere l’emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio per fissare le disposizioni transitorie sui registri delle unioni civili. Lo schema di quel decreto è stato sottoposto al Consiglio di Stato, cha ha dato il via libera. Ora ci sono altri passaggi. In prima battuta, un provvedimento del Viminale sulle formule da inserire nei registri: l’emanazione del testo è stabilita entro 5 giorni dall’entrata in vigore del decreto-ponte, ma il Consiglio di Stato suggerisce di farli viaggiare insieme, così da accelerare i tempi e garantire le prime unioni civili entro 15 giorni o la metà di agosto.
Dovranno poi arrivare i decreti attuativi: l’appello dei giudici amministrativi é a rispettare il termine del 5 dicembre e, in vista di questa scadenza, a sottoporre l’intera serie delle disposizioni al Garante della privacy, visto che quelli gestiti sono dati sensibili. Suggerite anche circolari informative per i cittadini. Non sono poche le coppie che si sono messe il lista d’attesa per la registrazione dell’unione civile: mercoledì, nel primo giorno in cui era possibile prenotarsi, ne sono arrivate un’ottantina a Milano e una ventina a Bologna. Ma il tema è di quelli che divide la politica.
«È fatta», twitta la presidente della Camera Laura Boldrini. «Una legge giusta che dà diritti e consente al Paese di essere al passo coi tempi», scrive il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato. Arcigay sottoscrive il monito rivolto al governo a rispettare i termini e a non frapporre tempi morti. Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, accoglie con soddisfazione l’ipotesi delle prime celebrazioni già da agosto. Per Maurizio Gasparri si apre, invece, la strada al «commercio dei figli» e all’utero in affitto: secondo il senatore di Forza Italia «serve il referendum che elimini le parti della Cirinnà che aprono ad autentiche derive antropologiche». E Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia-An, invita a «non cantare vittoria», auspicando un intervento della Corte Costituzionale.