Empatia e porsi in ascolto
Viviamo in un mondo intriso di buonismo dove va di moda farsi vedere “buoni”, se mi perdonate la
ripetizione. Compri un cane non perché ami gli animali, ma così farai dire che sei un animalista, magari in
superficie pensi anche di esserlo, in realtà è una forma di convenzionalismo. Dopo gli attentati alle twin
towers aumentarono le nascite, non dovute ad una partita difettosa prodotta dalla Durex, non per
un’improvvisa ondata di sesso selvaggio, ma perché si volevano riscoprire i valori famigliari. L’assenza di
attentati potrebbe essere una eccellente arma contro la sovrappopolazione.
Il campo emozionale tende a comprendersi dentro una parola che è come un contenitore
omnicomprensivo, empatia, radice greca e successo anglofono con una superspammata empathy, un asse
Atene-Londra per descrivere uno stato di attenzione verso gli altri, ma sarà veramente così?
Teoricamente ci si dovrebbe calare nei panni dell’altro, comprenderne i pensieri più reconditi e le situazioni
di gioia o dolore, assimilarne il punto di vista per interiorizzarne le emozioni, appunto in teoria. In realtà in
un mondo atomizzato e concentrato solo sull’IO, un ritorno all’ideologia del Falò delle vanità di Tom Wolfe
che si pensava superato, ma tornato prepotentemente di scena, questa è pura teoria. Ammettiamo che è
l’egoismo che muove il mondo al giorno d’oggi, vediamo gli altri come un fastidio, un pericolo, “non sono
razzista, ma….”, “ti capisco, però….”, “va bene, ma….”.
Empatizzare va sicuramente di moda ed aumenta il nostro grado sociale agli occhi altrui, ma senza andare a
sviscerare Heidegger, quante volte ci si mette davvero “in ascolto”? Porsi in ascolto dovrebbe servire a
capire le esigenze ed i desideri altrui, ma quando esprimete una opinione o fate un regalo è ‘veramente’
quello che il ricevente vuole o è qualcosa che voi pensate gli piaccia? Un oggetto che invece aggrada voi e di
cui vi siete convinti volesse il destinatario. In buona fede avete fatto coincidere il vostro desiderio al suo.
Porsi in ascolto ed empatizzare significa ascoltare veramente e fare o adempiere quello che cui l’altra
persona aspira, che non corrisponde necessariamente ai vostri desiderata, ma porterà beneficio e gioia al
vostro corrispondente.
MAURIZIO DONINI