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Prelievo forzoso sui nostri conti correnti

Schermata-2016-01-09-alle-21_07_51Dopo il default degli istituti di credito, Banca Etruria, Carichieti, Banca marche e Cariferrara, arriva il conto da pagare per i correntisti. I salvataggi delle banche finite in dissesto, oltre agli altri istituti minori sarà pagato dai risparmiatori attraverso un prelievo forzoso sui conti correnti. Alcuni istituti di credito hanno già avviato una procedura per rivalutare i costi di alcuni servizi e di alcuni profili di conto, come ad esempio Ubi e banco popolare, mentre Unicredit ha scelto altre soluzioni, pur negando tutti che quanto è in preparazione sia in qualche modo legato alla crisi dei quattro istituti di credito. In particolare in questi giorni i correntisti di Banco  Popolare stanno ricevendo una informativa (è possibile il diritto di recesso) su una quota pari a 25 euro una tantum da pagare entro fine dicembre. La scelta del Banco è ispirata a trasparenza, avendo dovuto fronteggiare con una cifra molto alta  (125 milioni di euro) il contributo al Fondo Nazionale di Risoluzione, intende evitare l’inserimento di costi nascosti tra le righe di rendiconto annuale.

L’aumento di 12 euro anno del costo del canone del conto corrente applicato da Ubi Banca corrisponde invece secondo l’Istituto ai maggiori costi di produzione che la banca stessa sostiene per la detenzione dei depositi e non a relazione alcuna con le condizioni macroeconomiche, né con l’andamento negativo dei tassi.

Il Fondo di Risoluzione per quanto prevedono le normative 2014/49/UE e 2014/59/UE accantona preventivamente le riserve utili affinché in caso di dissesto di un istituto di credito siano assicurati i rimborsi dei depositi dei clienti entro il limite dei 100.000 euro. Quindi se il Fondo è sostenuto da tutte le banche e tutte le banche in ragione delle loro dimensioni hanno contribuito hanno sostenuto il salvataggio degli istituti in crisi è prevedibile un’applicazione generalizzata da parte di tutti gli istituti di una tassa o di un canone suppletivo per poter rientrare almeno in parte degli extracosti sostenuti nei mesi scorsi.

ARES