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Da Infolampo: Pedoni – Il referendum nel’Italia …..

siamo-tutti-pedoni_1Siamo tutti pedoni

Al via la campagna per la sicurezza degli utenti deboli della strada.

Riparte per l’ottavo anno consecutivo Siamo Tutti Pedoni, la campagna nazionale per la sicurezza degli

utenti deboli della strada, promossa dal Centro Antartide di Bologna insieme a Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-
Uil grazie a una rete di centinaia di aderenti in tutta Italia.

Al centro di questa edizione il tema della strada come spazio condiviso in cui ciascun utente

(automobilista, scooterista, ciclista e pedone) deve imparare a

guardare la strada come luogo del rispetto degli altri e delle

regole, con l’idea che accanto alle misure normative e

urbanistiche comunque decisive, per costruire città più a

misura di persona, siano fondamentali attività di formazione

ripetute e continue, che mettano in condizione pedoni e

automobilisti di affrontare le strade con consapevolezza,

rispetto e prudenza.

Ogni anno perdono la vita quasi 600 pedoni e sono 20.000

quelli che restano feriti sulle strade italiane. Il 2015 ha tra

l’altro registrato un nuovo aumento arrivando a 602 pedoni

morti. La maggior parte degli incidenti coinvolgono gli

anziani, e avvengono nei mesi da novembre a marzo a causa

della ridotta visibilità. Per questo, in questi primi giorni di

autunno riparte la campagna nazionale “Siamo tutti pedoni”

per la sicurezza degli utenti deboli della strada.

Tanto resta ancora da fare e Siamo Tutti Pedoni arriva nelle

principali città italiane, da Udine a Catania, da Bologna a

Napoli, con un insieme di eventi, attività formative e materiali di comunicazione che si rivolgono a tutta

la cittadinanza: il taglio, come sempre, è leggero, e alterna testi informativi a messaggi di testimonial del

mondo della cultura e vignette delle principali matite italiane, con l’idea di far riflettere autisti e pedoni

ma anche ciclisti e scooteristi con il sorriso.

La campagna raccoglie testi di approfondimento e illustrazioni e vignette di Mencherini, Gomboli,

Guerrini, i fumetti di Julia e Diabolik, e i contributi di Sergio Dondolini (Direttore Generale Sicurezza

Stradale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), Ivan Pedretti(segretario Sindacato Pensionati

Italiani, SPI-Cgil), Ermenegildo Bonfanti (segretario Federazione Nazionale Pensionati, Fnp-Cisl),

Romano Bellissima (segretario dell’ Unione Italiana Lavoratori Pensionati, Uilp-Uil), gli interventi di

sicurmoto.it e le infografiche estratte dai dati ISTAT sulla sicurezza stradale.

Siamo Tutti Pedoni 2016 insiste in particolare sul tema dell’educazione permanente degli utenti della

strada per migliorare le condizioni di sicurezza del camminare. A tale scopo sono stati realizzati alcuni

spot video disponibili sul sito www.siamotuttipedoni.it che saranno la base degli interventi didattici,

Leggi tutto: http://www.spi.cgil.it/siamo_tutti_pedoni_2016

Leggi su www.radioarticolo1.it

www.sbilancamoci.it

Il referendum nell’Italia dei guelfi e ghibellini

In complesso l’idea di avere due letture per lo stesso governo è sempre stata una garanzia. Ed è proprio

la doppia lettura che sarebbe opportuno conservare, in Italia, tra guelfi e ghibellini quali siamo

di Guglielmo Ragozzino

Ritenevo che il mio articolo sul referendum pubblicato da sbilanciamoci.info mesi fa (Referendum, oggi

si vota 22 settembre 2016) fosse sufficiente. Mi sbagliavo. La prova è l’articolo di Roberto D’Alimonte

apparso su Il Sole 24 ore del 22 novembre 2016. Siccome repetita juvant, torniamo a bomba.

L’argomento più forte del bravo D’Alimonte è che “l’Italia è l’unico Paese dell’unione europea con due

Camere che hanno gli stessi poteri”. Sarà vero, forse. Che argomento è, però? Anche del voto alle donne

si sarà certo pensato, a un certo punto, da qualche parte: siete pazzi; voto alle donne!… Non c’è alcun

altro paese con un’anomalia analoga…

Anche noi dell’accozzaglia, come ha ripetuto per ultimo Landini, avremmo voluto cambiare l’anomalia

del bicameralismo perfetto, forse non tutti. Non per esempio io militante a titolo personale

nell’accozzaglia, che da vecchio perdigiorno non butterei niente prima di averci guardato dentro e fatta la

raccolta differenziata.

L’articolo 70 della Costituzione vigente che prevede due Camere con pari poteri è lungo tre quarti di riga:

La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere; l’indice dei cambiamenti suggeriti

da D’Alimonte per l’articolo 70, utilizza 35 righe su due colonne a stampa del Sole, senza contare i titoli

in grassetto.

Osservando con attenzione il modello delle due Camere, anzi della Camera dei Deputati e del Senato si

può ricordare che qualcuno chiedeva “una Camera sola” e altri si opponeva temendo i pericoli di un

giudizio unificato (Togliatti, tanto per fare un nome, voleva togliere di mezzo, con il Senato, ogni

retaggio monarchico). Una discussione accesa riguardò anche il vincolo di mandato escluso nella nostra

Costituzione all’articolo 67 e che certuni vorrebbero oggi inserire finalmente, lamentando i famosi

“cambi di casacca”. Torniamo alla previsione di due letture parlamentari per approvare il governo e i suoi

bilanci e quindi di due Camere. Esse avevano la stessa funzione di approvare il governo o negargli la

fiducia, erano però volutamente molto diverse tra loro come forma, contenuti, significato. Un

incompetente come me avrebbe potuto notare che all’inizio della repubblica e della sua Costituzione

erano previste almeno sei differenze di qualità presenti al tempo della prima votazione politica, il 18

aprile 1948. Non tutte hanno resistito ai tempi, già molto prima del referendum del 4 dicembre 2016, ma

alcune sono ancora in campo. In ogni caso queste erano le diversità mostravano queste caratteristiche:

la prima era relativa alla durata e alle scadenze. I deputati restavano in carica cinque anni e i senatori sei.

A sistema avviato, l’anno del voto per la Camera sarebbe coinciso con quello del Senato solo ogni trenta

anni;

la seconda, che vige ancora, è la differenza di età per il voto attivo. 21 (la maggiore età, ora a 18 anni) e

25 anni;

la terza riguarda il voto maggioritario a elezione diretta (65% dei votanti) per il Senato a fronte di quello

proporzionale per la Camera;

la quarta era la differenza dei collegi: più piccoli quelli del senato: si prevedeva di eleggere 237 senatori

ai quali aggiungere i senatori a vita e gli ex presidenti della repubblica;

la quinta riguardava l’età dei candidati senatori: 40 anni contro i 25 dei deputati;

la sesta consisteva nel diverso numero dei membri delle due assemblee: 574 contro appunto 237+ 5+X,

dove X indica la possibile presenza di presidenti della repubblica al termine dell’incarico. Oggi, come è

noto, si tratta di 630 deputati e 315 senatori+ 5 senatori a vita + i presidenti emeriti della repubblica.

La Costituzione riuniva nella Nazione un popolo di ricchi e poveri, come dicevano i cattolici, (padroni e

proletari dicevamo noi), di operai e contadini, terroni e polentoni, uomini e donne, giovani staffette

partigiane e vecchi filosofi del prefascismo. Teneva infatti conto che vi erano i giovani aperti al futuro,

ma ignari di tutto e i fratelli maggiori che avevano fatto e subìto la guerra, lottato nella resistenza, che

erano scampati alle persecuzioni, sopravvissuti al fascismo, aperti alla democrazia; la Costituzione

rispecchiava i problemi del tempo, le diverse esperienze, la volontà di cambiare il mondo; anche però la

coscienza di essere in molti e dover convivere con gli altri, insegnare loro con saggezza e amicizia e

Leggi tutto: http://sbilanciamoci.info/referendum-nellitalia-dei-guelfi-ghibellini/