Da Infolampo: Camusso – Ripresa
“Ci sono molte scadenze da rispettare, a partire dalla legge di bilancio”, spiega il segretario
generale Cgil: “Ci vogliono le condizioni per votare, bisogna fare una norma elettorale che dia
risposta alla domanda di partecipazione che è venuta dal Paese”
“No alle elezioni subito”. Così il segretario generale Cgil Susanna Camusso oggi (martedì 6
dicembre) a Cuneo, secondo quanto riportano le agenzie di stampa, parlando nel corso
dell’assemblea dei quadri e dei delegati della
locale Camera del lavoro: “Ci sono molte
scadenze da rispettare, a partire dalla legge di
bilancio. Non si può avere un atteggiamento di
ritorsione, è necessario non precipitare le
scelte. Ci vogliono le condizioni per votare,
bisogna prendersi il tempo utile per fare una
legge elettorale che dia risposta alla domanda
di partecipazione che è venuta dal paese”.
Sul referendum Camusso ha sottolineato che
“la risposta del Paese è stata massiccia. È
emersa una grande voglia di partecipazione e di
decidere. Nessuno si aspettava un’adesione al
voto così alta, soprattutto per quanto riguarda i
giovani, che sono stati partecipi e molto
decisi”. Approfondendo poi il discorso sulla
partecipazione dei giovani, Camusso ha
rimarcato che “si è costruita una campagna sull’idea che la Costituzione era contro i giovani,
invece i giovani sono stati i primi a dire che la Costituzione andava conservata”.
A proposito di referendum, il segretario generale Cgil ha parlato anche dei tre quesiti proposti
dalla propria organizzazione. “Una volta approvata la legge di bilancio, chiederemo che la
commissione cominci a discutere la nostra proposta di legge di iniziativa popolare sulla Carta dei
diritti e interloquiremo con i gruppi parlamentari”, ha spiegato: “In questi giorni la Corte di
Cassazione dovrebbe dare il via libera alla validazione delle nostre firme, quindi ci auguriamo
che venga definito il periodo in cui si voterà per il referendum”.
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Bilancio Regione Marche 2017: priorità
per lo sviluppo e la coesione sociale
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“La ripresa non è per tutti”
Secondo l’ultimo rapporto della fondazione Bertelsmann “Social Justice Index” (Sji) la
partecipazione sociale è in aumento in Europa grazie alla ripresa dell’occupazione. Ma sono
ancora numerose le persone a rischio povertà, avvertono gli autori del rapporto Sji 2016.
SGI news
L’ultimo rapporto Social Justice Index della fondazione Bertelsmann evidenzia
complessivamente un lieve aumento dell’indice di giustizia sociale nell’Unione europea. L’Europa
sta diventando più giusta?
Daniel Schraad-Tischler Sì, in alcune aree sì. Il Social Justice Index di quest’anno evidenzia che
il livello di giustizia sociale nell’Unione europea non è diminuito in due anni consecutivi. Al
contrario, si sono registrati lievi miglioramenti. Il trend negativo degli ultimi anni ha conosciuto
una battuta d’arresto. Di per sé questa è un’ottima notizia. Ma, allo stesso tempo, siamo testimoni
anche di sviluppi molto problematici.
Quali?
Daniel Schraad-Tischler La partecipazione sociale è tornata ai livelli registrati prima della crisi
finanziaria del 2008 solo in cinque dei 28 paesi dell’Unione europea: Germania, Regno Unito,
Lussemburgo, Polonia e Repubblica Ceca. Inoltre, c’è ancora un enorme divario tra il nord e il
sud dell’Europa. Alcuni paesi dell’Europa meridionale colpiti duramente dalla crisi, come la
Spagna, hanno iniziato a mostrare segni promettenti di ripresa sul piano economico. Ma se si
prende in esame la situazione sociale, per tanti è disastrosa, soprattutto per i giovani. Lo stesso
vale per la Grecia. In Italia, il mercato del lavoro ha fatto timidi passi avanti. Ma, nel complesso,
il divario tra l’Europa settentrionale e l’Europa meridionale è ancora enorme.
Christof Schiller Anche fra le diverse generazioni c’è un grande divario. I giovani godono di
minori opportunità sul piano della partecipazione rispetto agli adulti. Se in Europa gli adulti sono
esposti a un minor rischio di povertà rispetto a un paio di anni fa, i giovani ne sono più colpiti.
Questo fattore è molto allarmante. La disoccupazione giovanile è diventata un problema
strutturale, soprattutto nell’Europa meridionale. Esistono tuttavia anche luoghi, come i paesi
Baltici, che sono sfuggiti a questa tendenza generale. In questi paesi gli anziani erano esposti a un
maggior rischio di povertà, e lo scorso anno questo rischio è aumentato. I giovani, invece, erano
esposti molto meno e questo rischio è poi diminuito. Anche fra gli anziani in Germania si è
registrato un modesto aumento del rischio di povertà.
Daniel Schraad-Tischler Quello che abbiamo visto negli ultimi anni, inoltre, è un aumento del
rischio di povertà tra i dipendenti a tempo pieno nella gran parte dei paesi europei. Benché la
creazione di occupazione abbia ingranato la marcia, coloro che godono di posti di lavoro a tempo
pieno ora sono esposti a un maggiore rischio di povertà. Non tutti riescono ad avvantaggiarsi
della crescita. C’è qualcosa che non va, è un segno dell’evidente divisione dei mercati del lavoro,
a indicare che negli ultimi anni un numero sempre maggiore di persone con basso salario arranca.
Non siamo in grado di stabilire a questo punto se si tratta di una tendenza a lungo termine poiché
in Germania, per esempio, non è ancora possibile prevedere il pieno impatto del nuovo salario
minimo. Tuttavia, la tendenza che abbiamo osservato negli ultimi anni di per sé è molto
allarmante.
Daniel Schraad-Tischler è Senior expert presso la Fondazione Bertelsmann, dove dirige il progetto
Sustainable Governance Indicators. È coautore del Social Justice Index 2016 della Fondazione.
Christof Schiller è un project manager del progetto Sustainable Governance Indicators della Fondazione
Bertelsmann. È coautore del Social Justice Index 2016.
Traduzione di Grazia Ventrelli
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