Infolampo: Istituzioni – Clima
La Cgil al fianco delle istituzioni
Scacchetti a RadioArticolo1: “Siamo di fronte alla messa in discussione delle garanzie costituzionali. È
un momento molto grave”. Il sindacato pronto “a scendere in campo”, a partire dalla manifestazione
“Mai più fascismi” del 2 giugno a Bologna
“Rispetto per la #Costituzione. Difendiamo le prerogative del presidente Repubblica e delle istituzioni
democratiche. Nessuno s’azzardi a pensare una guerra alle
istituzioni”. È questo il contenuto di un tweet che la Cgil
nazionale ha postato ieri sera (27 maggio), dopo le
dichiarazioni del presidente della Repubblica Sergio
Mattarella sulla crisi istituzionale che si sta scatenando
attorno alla nascita del nuovo governo. “Credo che la Cgil
debba ragionare su ulteriori iniziative, ma quel tweet nasce
dalla necessità di fare qualcosa subito di fronte a una
situazione inedita e grave per gli scenari che apre”, ha
commentato Tania Scacchetti, segretaria confederale del
sindacato di corso d’Italia, ai microfoni di RadioArticolo1.
“Siamo di fronte – ha continuato – a una rottura non solo
istituzionale ma forse di sistema, alla messa in discussione
della figura del presidente della Repubblica. È un momento
molto grave per la tenuta di una figura che rappresenta il
garante della difesa e del rispetto della nostra Costituzione. Cioè del fondamento della stessa vita
democratica nel nostro paese. Nessuno si azzardi ad alimentare questo scontro, e quindi a mettere il
popolo contro le istituzioni, l’establishment contro la volontà popolare. È il momento di recuperare il
senso delle istituzioni e dei percorsi che ci consentano di trovare delle soluzioni”.
Ma c’è di più. Perché “una così grave crisi di sistema rischia di pregiudicare anche gli interessi che la Cgil
prova a rappresentare, cioè quelli dei lavoratori, dei pensionati e dei disoccupati, che invece hanno
bisogno di risposte chiare”. Non a caso, il richiamo all’interesse dei cittadini è stato forte anche nel
discorso di Sergio Mattarella al Quirinale.
“Il presidente – ha affermato ancora Scacchetti – non è un mero esecutore materiale della volontà dei
partiti politici ma è chiamato a svolgere un ruolo di garanzia. Senza contare il fatto che ha richiamato la
difesa dell’interesse dei cittadini e le scelte europeiste che il nostro paese ha fatto in passato. È stato anche
un momento drammatico, perché ha prodotto uno scontro che difficilmente troverà delle soluzioni. Noi
siamo molto preoccupati per il rischio di una campagna elettorale che sicuramente assumerà toni ancora
più feroci, più violenti, quasi eversivi. Per questo le forze democratiche devono recuperare
ragionevolezza e difendere i presidi costituzionali e le garanzie che la Costituzione ci ha garantito in
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28 maggio ’74, quando i
fascisti facevano strage
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Il cambiamento climatico che non ci aspettiamo
Ecco due fatti interessanti. Il primo è che le temperature invernali di quest’anno nell’Artico sono state le
più alte mai registrate. In due giorni di febbraio ha fatto addirittura più caldo al polo nord che a Zurigo,
in Svizzera. In una località della Groenlandia, la temperatura è salita di venti gradi celsius rispetto alla
media abituale per quel periodo dell’anno.
di Gwynne Dyer
L’altro fatto interessante, rivelato il mese scorso da due articoli di Nature, una delle più autorevoli riviste
scientifiche del mondo, è che la corrente del Golfo sta rallentando, facendo registrare la velocità più bassa
degli ultimi 1.600 anni – non ci sono studi sul periodo precedente. Potrebbero essere due pessime notizie
per l’Europa occidentale.
La difficoltà è capire cosa implichino: significano qualcosa o si tratta solo di variazioni casuali d’intensità
assolutamente rara? È a questo punto della discussione che gli scienziati del clima hanno cominciato a
usare spesso l’espressione “non lineare”.
La maggior parte delle persone pensa che il riscaldamento globale sia un processo graduale e ordinato.
Può darsi che provocherà molti danni, ma succederà progressivamente, non con l’intensità di un pugno in
faccia. Sfortunatamente non è così che i cambiamenti climatici si sono verificati in passato.
Il cambiamento può essere improvviso e piuttosto estremo, e una volta che succede, diventa la nuova
norma, a volte per un periodo lunghissimo. Come molti sistemi complessi, il clima non è lineare: resta
invariato per lungo tempo, finché all’improvviso non si raggiunge un “punto di svolta” e tutto il sistema
acquisisce una nuova configurazione.
Il riscaldamento dell’Artico, ad esempio, è non lineare. La tendenza è stata costante per decenni, ma negli
ultimi anni ha avuto un’accelerazione: la quantità di copertura glaciale del mare nel periodo di massimo
congelamento, a fine marzo, è stata di gran lunga la più bassa di sempre tra il 2015 e il 2018.
È ormai quasi certo che il prossimo decennio osserveremo un Artico quasi privo di ghiaccio alla fine della
stagione degli scioglimenti, in estate. Una parte si riformerà l’inverno dopo, ma in proporzioni sempre
minori col passare degli anni. Senza una copertura di ghiaccio, l’acqua verrà riscaldata direttamente dalla
luce solare, e quindi un giorno l’intero mare si ritroverà perlopiù senza ghiaccio per tutto l’anno.
Tuttavia, per ora il principale motivo di preoccupazione riguarda gli effetti del riscaldamento sulla calotta
glaciale della Groenlandia. Il ghiaccio si trova sulla terraferma e quando si scioglie fa salire il livello del
mare. Inoltre, nel breve periodo immette una grande quantità di acqua fresca nell’oceano Atlantico del
nord.
Le conseguenze sulla corrente del Golfo
Potrebbe essere questo uno dei fattori che sta rallentando la corrente del Golfo. Una corrente di acqua
calda proveniente dai tropici che viaggia in direzione dei mari del nord, tra Islanda e Norvegia, a una
velocità media di sei chilometri all’ora e con una quantità d’acqua pari a quella di tutti i fiumi del mondo.
Questa contribuisce a mantenere calda l’Europa nordoccidentale: l’Inghilterra è alla stessa latitudine della
penisola di Labrador, ma la temperatura media è più calda di oltre dieci gradi celsius. La Norvegia, con
cinque milioni di abitanti, è a circa la stessa latitudine della Groenlandia meridionale, dove vivono
cinquantamila persone.
In un passato lontano è già accaduto che la corrente del Golfo si fermasse del tutto, a volte anche per
secoli. Per essere più precisi, quando succede smette di andare così tanto a nord: s’immerge in profondità
e si dirige verso sud molto prima di aver raggiunto la latitudine di paesi europei come l’Irlanda, la Gran
Bretagna e la Norvegia. E quando questo è accaduto, la temperatura media di questi paesi è scesa anche di
dieci gradi celsius.
Ci sono motivi di credere che è successo durante periodi di surriscaldamento globale, che fa sciogliere
molta acqua fredda nei mari del nord e impedisce alla corrente del Golfo di arrivare a nord. Questo è quel
che sta per succedere di nuovo? Nessuno lo sa, ma secondo gli ultimi studi, la corrente del Golfo ha già
rallentato del 15 per cento negli ultimi 50-150 anni.
Quando si è arrestata, la cosa è avvenuta in maniera improvvisa e rapida: non lineare, insomma. Un
rallentamento del 15 per cento non è necessariamente un indicatore che l’intera sezione nord della
corrente sta nuovamente per fermarsi. Ma, di nuovo, non è impossibile che questo accada.
(Traduzione di Federico Ferrone)
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non-lineare