Confabitare a cura di Renzo Paccapelo

Affitti brevi, cosa cambia?

Il decreto crescita contiene al suo interno alcune importanti novità per i proprietari di immobili, in particolare per coloro che utilizzano le loro proprietà per affitti brevi .

Nel pacchetto di emendamenti dei relatori Giulio Centemero (Lega) e Raphael Raduzzi (Movimento 5 stelle) al decreto crescita è prevista l’identificazione per le locazioni brevi e le strutture recettive con un codice identificativo. Tale codice dovrà essere utilizzato in ogni comunicazione che riguarda l’offerta e la promozione dei servizi all’utenza.

In particolare, l’emendamento al decreto crescita parla dell’istituzione di una banca dati dove chi mette in locazione la propria casa dovrà dotarsi di un codice alfanumerico con il quale essere individuato sulle piattaforme di intermediazione. Queste ultime, se straniere e se non hanno un rappresentante fiscale, ma sono soggetti residenti, sono per legge “solidalmente responsabili” con il gruppo a cui appartengono per l’effettuazione e il versamento della ritenuta sull’ammontare dei canoni e corrispettivi.

E’ inoltre previsto che la trasmissione dei dati avvenga in modalità sicura all’Agenzia delle Entrate. Tali dati saranno utilizzati dal Fisco per l’analisi del rischio relativamente ai corretti adempimenti fiscali. Per la mancata pubblicazione delle comunicazioni e della promozione del codice identificativo sono previste sanzioni tra i 500 e i 5.000 euro.

Il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio (Lega), ha affermato: “Finalmente, grazie al nostro lavoro, anche l’Italia si dota di un fondamentale strumento che consentirà di migliorare l’offerta turistica. Il codice identificativo e l’iscrizione a una banca dati presso l’Agenzia delle Entrate per gli affitti brevi, e le locazioni presso strutture ricettive, consentirà di evitare eventuali evasioni fiscali o elusioni”.

I proprietari che metteranno a disposizione la loro casa per gli affitti brevi dovranno dunque registrare l’appartamento o la stanza che intendono affittare. A quel punto, riceveranno un codice identificativo alfanumerico, che dovranno inserire in tutti gli annunci che pubblicheranno sulle piattaforme di intermediazione, sia fisiche sia virtuali. In questo modo, l’Agenzia delle Entrate potrà tracciare gli immobili in affitto e rilevare eventuali anomalie in fase di dichiarazione dei redditi.