I costi di attuazione della politica di coesione dell’UE sono comparativamente bassi, ma non vi sono informazioni sufficienti per valutare le economie derivanti dalla semplificazione
I fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) finanziano le principali politiche d’investimento dell’UE, ma attuarli genera costi amministrativi. Secondo una relazione della Corte dei conti europea, questi costi amministrativi sono relativamente bassi rispetto a quelli di altri programmi simili finanziati dall’UE e a livello internazionale. Tuttavia, i dati raccolti sui costi non sono stati sufficienti per valutare l’impatto della semplificazione delle norme disciplinanti i fondi della politica di coesione dell’UE.
La politica di coesione dell’UE mira a ridurre le disparità nel livello di sviluppo delle regioni, a ristrutturare le zone industriali in declino e a promuovere la cooperazione nell’Unione europea. Le spese in questo settore, ammontate a 352 miliardi di euro nel periodo 2014‑2020, costituiscono circa il 37 % della spesa complessiva a titolo del bilancio dell’UE.
La politica di coesione è attuata tramite programmi operativi (PO): le proposte dei singoli Stati membri su come spendere i fondi nazionali e dell’UE destinati ai programmi vengono approvate dalla Commissione. La gestione e il controllo effettivi vengono poi delegati alle autorità degli Stati membri. Gli Stati membri possono chiedere sostegno finanziario a valere sul bilancio dell’UE a titolo di “assistenza tecnica” per tutte le attività necessarie ad attuare un programma, inclusi i necessari costi per il personale.
“Per dimostrare ai nostri cittadini che le politiche sono attuate efficientemente, le informazioni sui costi amministrativi dei programmi finanziati dall’UE dovrebbero essere complete e di pubblico dominio”, ha affermato Pietro Russo, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit. “Le constatazioni e conclusioni della Corte sono utili per il periodo di programmazione 2021‑2027, nonché per accrescere l’efficacia dei sistemi di gestione e di controllo negli Stati membri”.
La Corte ha constatato che i costi amministrativi dell’attuazione dei fondi della politica di coesione dell’UE sono comparativamente più bassi di quelli di altri programmi di finanziamento europei ed internazionali. Tuttavia, ha concluso che la Commissione non aveva raccolto i dati alla base dei costi in modo completo, uniforme e coerente, rendendone difficile l’utilizzo, ad esempio, per valutare l’impatto della semplificazione delle norme dell’UE sui costi amministrativi di attuazione dei programmi. Per il periodo 2014‑2020, ad esempio, la Commissione ha stimato che l’introduzione di numerose misure di semplificazione dovrebbe portare ad una riduzione dei costi amministrativi. Al contrario, rispondendo ad un sondaggio effettuato dalla Corte, gli Stati membri hanno affermato di attendersi un aumento di detti costi. A tal proposito, la Corte osserva che le riduzioni dei costi che si stima deriveranno dalle misure di semplificazione per i periodi 2014‑2020 e 2021‑2027 potrebbero non essere conseguite, poiché l’impatto ultimo dipende largamente da pratiche amministrative nazionali o regionali.
La Corte raccomanda alla Commissione di individuare ulteriori potenziali economie esaminando le pratiche amministrative negli Stati membri, in stretta cooperazione con questi ultimi, e di appurare il verificarsi delle stimate riduzioni dei costi.
Note agli editori
La politica di coesione è strutturata attorno a tre dei cinque Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE): il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo di coesione (FC) e il Fondo sociale europeo (FSE). Questi tre Fondi sono disciplinati da norme comuni, salvo eccezioni previste nei regolamenti specifici disciplinanti ciascuno di essi. Per il periodo di programmazione 2014‑2020, vi sono 391 PO, che sono tuttora in corso.
La Corte esamina periodicamente la politica di coesione. Tra le pubblicazioni recenti al riguardo, figurano l’Analisi 3/2019:“Assegnazione dei finanziamenti per la politica di coesione agli Stati membri per il periodo 2021‑2027” e l’Analisi 8/2019:“Assicurare la performance nel settore della coesione”.
La relazione speciale 7/2020, intitolata “Attuazione della politica di coesione: i costi sono comparativamente bassi, ma non vi sono informazioni sufficienti per valutare le economie risultanti dalla semplificazione” è pubblicata in 23 lingue sul sito Internet della Corte.