Il punto di M&G scuola di pallavolo
Ospite della diretta di Radio Studio 7 TV, il nostro direttore generale Rossano Romiti ha detto la
sua sui principali temi del momento: dalla decisione federale di sospensione dei campionati a tutte
le conseguenze, immediate ed eventuali, sul panorama pallavolistico nazionale da ripercuotersi sia
sulla stagione ancora in corso che su quella 2020/21.
Di seguito riportiamo i passaggi principali dell’intervista:
Come è stata accolta la sospensione anticipata della stagione?
“Abbiamo accettato di buon grado la decisione della federazione e siamo pronti a valutare ogni
eventualità. Ho sempre espresso la convinzione che se si fossero presentate le condizioni ed i
presupposti per una ripresa del campionato non avrei trovato nulla di scandaloso nel far ripartire la
stagione, magari con un eventuale playoff a giugno/luglio, un’ipotesi per la quale alcune
componenti della Superlega avevano espresso parere favorevole. Ne avrebbero giovato tutti gli
appassionati, i quali avrebbero l’opportunità di seguirci comodamente da casa, ma anche i media
che sarebbero in grado di garantire un ritorno dal punto di vista prettamente economico. Allo stato
attuale però non credo sia un’ipotesi ancora percorribile.”
Quali input prevedi per ripartire in sicurezza?
“Le previsioni parlano di un probabile inizio della prossima stagione a porte chiuse ma il mio
timore è che questa condizione possa protrarsi anche per i mesi successivi. Non possiamo fare altro
che affidarci al parere di esperti, medici e scienziati. Se ci diranno che il rischio è ancora troppo alto
allora ci adegueremo. Dal canto nostro siamo curiosi di capire quali saranno le direttive per gli atleti
(dalla serie A al minivolley). C’è bisogno di un protocollo di sicurezza anche per i più piccoli
perché è impensabile tenerli a casa fino a settembre.”
Qual è stato l’impatto dell’emergenza nel settore giovanile?
“La situazione ha inevitabilmente coinvolto anche quello che per la nostra società rappresenta una
pietra miliare. Il settore giovanile è un importante serbatoio da cui attingere in maniera costante,
anche per la nostra serie C femminile che da questo punto di vista sta avanzando sulla scia dei
ragazzi della serie A. Quest’anno avevamo anche raggiunto le finali della Boy League, torneo della
categoria Under 14, ma abbiamo deciso di sospendere ogni attività già ad inizio marzo perché la
preoccupazione in tutto l’ambiente era palese. I nostri allenatori stanno tuttavia inviando
settimanalmente dei tutorial ai ragazzi per continuare a fare esercizi perché la ripresa delle attività
passerà in primis da loro.”
Come sarà la serie A 2020/21?
“La mia sensazione è che cambierà poco o nulla per quanto riguarda Superlega e A2. Diverso
invece potrebbe essere il discorso per la A3. Quest’anno c’era un solco piuttosto netto a livello di
organizzazione e struttura societarie tra le varie realtà della categoria perciò è possibile che il
prossimo anno ci siano meno delle 24 iscrizioni previste dal regolamento. La presenza o meno di
due gironi dipenderà ovviamente dal numero di iscritti ma non credo che la composizione del
torneo verrà stravolta.”
Qual è la situazione nell’ambito delle sponsorizzazioni?
“Purtroppo in questo momento è quasi impossibile fare previsioni sia per la chiusura di questa
stagione che per la prossima. Ci sono situazioni ancora da definire che sono ragionevolmente
cambiate in virtù dell’emergenza che stiamo vivendo. E’ anche possibile che bussando alle varie
porte vengano fuori i presupposti per rispettare i contratti in essere in questa stagione ma laddove ci
trovassimo di fronte ad aziende attualmente chiuse e con problemi reali, quali far fronte ad una
riapertura ed al benessere dei propri dipendenti, siamo consapevoli che un tema come quello delle
sponsorizzazioni potrebbe comprensibilmente passare in secondo piano.”
Giocare a porte chiuse può rappresentare un handicap dal punto di vista economico?
“Gli introiti da biglietti non rappresentano una grossa voce all’interno del nostro bilancio perciò
credo che la situazione influirà relativamente da questo punto di vista. Solo l’assenza di pubblico ci
porterà inevitabilmente a vivere le partite in maniera diversa.”