Scuola post Covid, sovraffollamento di sempre. La denuncia dei sindacati: “Personale carente e problemi strutturali”
Sotto accusa l’Ufficio scolastico regionale: “Decisioni frutto di algoritmi e senza confronto”
Anche classi con oltre 35 studenti e alunni costretti a scegliere altre scuole o indirizzi pur di non fare molti chilometri. Succede al liceo classico di Fermo (indirizzo scienze umane) ma non si tratta di un caso isolato in regione. Gli spazi angusti delle scuole erano all’indice anche prima dell’emergenza. Ora, determinate soluzioni sono davvero impensabili per via di un rientro a scuola che deve tenere conto del triste ma necessario distanziamento sociale per limitare il contagio da Covid-19. La denuncia arriva dalle segreterie regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, critiche verso l’Ufficio scolastico regionale per il mancato coinvolgimento delle parti sociali nella composizione degli organici, effettuata invece attraverso calcoli matematici che poco hanno a che fare con le reali necessità delle scuole marchigiane. Un sistema ragionieristico utilizzato anche per quando riguarda il sostegno ai disabili. A rischio c’è la continuità didattica per almeno 200 tra bambini e ragazzi che non ritroveranno i loro insegnanti per un astruso meccanismo, utilizzato solo nelle Marche e non previsto in alcuna norma, per cui i docenti vengono spostati da una scuola all’altra in un inutile quanto dispendioso balletto, immolati sull’altare dell’algoritmo.
Manca il personale. Da una stima, considerando il distanziamento sociale, solo per scuola dell’infanzia e della scuola primaria serviranno a settembre oltre 2700 docenti e quasi 1000 collaboratori scolastici. Poi ci sono gli annosi problemi strutturali. “L’unica certezza è la necessità di distanziamento sociale – evidenziano Lilli Gargamelli (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl Scuola), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal) – ma le nostre classi sono state costituite utilizzando i parametri massimi consentiti. Questo creerà agli alunni delle Marche un grande svantaggio per la difficoltà di coniugare il diritto all’istruzione con il diritto alla salute”. Varie e diffuse in tutte le province le situazioni di sovraffollamento. Secondo le tabelle consegnate dall’USR ai sindacati lo scorso 20 maggio il record è a Pesaro: ben 36 studenti per una classe prima del liceo scientifico Laurana Baldi. Non stanno meglio, ad Osimo, gli studenti delle prime classi del Corridoni Campana, indirizzo linguistico: in 33. Macerata invece si ferma a 32 di media per le prime classi del Linguistico Leopardi e dello Scientifico Galilei. In tutto sono 67 gli istituti superiori delle Marche dove le sigle sindacali hanno riscontrato oltre 30 alunni per classe. Problemi di sovraffollamento che non risparmiano gli altri gradi di istruzione. Nelle scuole dell’infanzia ci sono situazioni da 30 alunni all’Istituto comprensivo Luciani – San Filippo di Ascoli e al Mestica di Macerata. Nella scuola primaria le criticità maggiori sono in provincia di Pesaro dove a San Lorenzo in Campo è prevista una quarta con 30 alunni. Ci sono poi situazioni con meno ragazzi ma con portatori di handicap: 27 studenti di cui due disabili ad Ancona (Ics Novelli) e a Recanati (Ics Lotto), 25 studenti di cui tre disabili a Falconara (Ics Falconara Centro) e a Castelfidardo. Nelle scuole medie sarà davvero complicato far rispettare le distanze con 29 alunni (al Convitto di Macerata e ad Acquaviva Picena) o con 28 (a Serra de’ Conti e a Falerone).
“Malgrado avessimo più volte richiesto un confronto ad aprile – attaccano i sindacati – l’Ufficio scolastico regionale non ha mai illustrato i criteri di attribuzione dell’organico se non in modo generico. L’organico a livello nazionale non ha subito decurtazioni e quindi è assolutamente importante salvaguardare la consistenza della scuola dell’infanzia e primaria della Marche agendo secondo una logica di potenziamento dell’offerta formativa”. Soprattutto nella regione che ancora deve riprendersi dai danni del sisma che ha coinvolto le scuole in termini di strutture e di comunità. “Per quanto riguarda la didattica a distanza – concludono le organizzazioni sindacali – per la scuola secondaria di secondo grado, riteniamo sia necessaria una particolare attenzione ai segmenti più deboli (scuole professionali e istruzione per adulti) in quanto le difficoltà (culturali, di alfabetizzazione digitale, di spazi in casa per poter studiare, di connessione) hanno di fatto aumentato le disparità tra gli alunni che rischiano un’emarginazione scolastica e formativa. Pensiamo che questo gap debba essere recuperato alla ripresa del nuovo anno scolastico e ciò non può essere fatto con un organico appena sufficiente. A ciò si aggiunge la “non soluzione” individuata dal governo per risolvere la questione del concorso docenti. Per quanto riguarda le Marche a settembre mancheranno oltre 2mila docenti, che avrebbero potuto essere stabilizzati dando continuità didattica ai nostri studenti, e circa 1000 ata. Chiediamo quindi che l’Ufficio Scolastico Regionale, massimo rappresentante del Ministro dell’Istruzione sul territorio, si attivi per reperire l’organico docenti e ATA rispondente al piano dell’offerta formativa regionale e adeguato alle esigenze degli studenti delle Marche”.