Macchini: il candidato politico degli artisti per la Regione Marche
Ironizza come sa fare con i gesti e le parole, che si rincorrono, tra personaggi, mimi, espressioni dialettali, perché
Pier Massimo Macchini questo lo fa, e lo sa fare davvero bene. Classe ‘77, attore, fantasista e clown, tra i suoi
personaggi messi in scena, quello del Provincialotto, è senza dubbio il prototipo di uomo che meglio incarna
l’aspetto più grezzo del nostro territorio calzaturiero, proposto per esempio nella vita di Paciotti, nell’amore grezzo,
a volte virtuoso come nell’Infinito mondo oltre la siepe di Giacomino Leopardi, nelle vicende spassose al bar
“Triangolo” di Fermo, un nome di una città che a suo dire, è già tutto un programma. Con altrettanta ironia e garbo
riesce a non trascurare i suoi tratti autobiografici tra vicende di vita personale e familiare, buffi e insieme catartici
come nel “complesso di Edipo in Tour” e nella poetica amorevole per i gesti, riprendendo e riadattando le tecniche
senza tempo di Marcel Marceau. Ha partecipato a numerose trasmissioni comiche in tv, si è esibito con l’attore Max
Giusti,il suo primo debutto al cinema è arrivato con il video Live show “Marche Tube”: conoscere le Marche senza
capirci un “Tube”. Da allora non si è più fermato decidendo, qualche mese fa, di entrare anche in politica, nel
momento migliore, quando non c’era nessuno, per colpa del Coronavirus, anche perché fare l’attore era diventato
impossibile. Ha deciso di candidarsi come politico degli artisti, fondando il partito del “Radical Grezzo”, ma
purtroppo non ci ha trovato nessuno, perché sono scappati tutti via, e hanno pure rinviato le elezioni. La sua
campagna elettorale è partita da Palazzo dei Priori a Fermo, insieme al suo libro “Manifesto del Radical Grezzo”,
che lo ritrae in una foto d’epoca con le sembianze di Karl Max insieme al suo “Capitale” che muove il mondo. E
gioca con i politici del territorio, travolgendo il senso di fotogrammi di foto, come nel suo profilo Instragram, dove
riporta fedelmente le parole che Luca Ceriscioli avrebbe detto sulla sua presunta candidatura: “Pierma, se ti
candidati tu, io faccio un passo indietro e ti voto”. E sì, in effetti, un passo indietro l’ha fatto, ma è andato ad
appoggiare Maurizio Mangialardi, “quel primo cittadino di Senigallia, pettinato da John Travolta su Grease, come
per la festa estiva del Jamburè, piuttosto che scegliere me”. E qui il sorriso ci sta tutto, senza cattiveria alcuna. Il suo
Manifesto da Radical Grezzo, è stato buttato via. “ Ma questa è proprio una pugnalata alle spalle -commenta sul
social Macchini- avevo preparato pure il Manifesto, di noi due insieme (Macchini e Ceriscioli), con lo slogan, anche
un pesarese può essere Radical Grezzo” e invece ora mi tocca buttare via tutto!! Ma non mi arrendo e vado avanti”.
Un pò così, in fondo, si sentono Macchini, gli artisti e il teatro in questo momento storico. Ben venga la fantasia
artistica, perché “chi nasce per gioco, non può che vivere in allegria”, come sentenzia Macchini durante la
performance artistica, in uno dei suoi ultimi spettacoli al teatro “Giusti”di Sant’Elpidio a Mare.
Paola Pieroni