Coldiretti Marche, è boom per i centri estivi e fattorie didattiche in campagna
Gli spazi aperti e le attività in un ambiente naturale, sano e sicuro. La campagna non perde appeal e nell’estate del post emergenza, ma ancora alle prese con le misure di prevenzione del contagio da Coronavirus, è boom per le aziende agricole che hanno aperto a centri estivi e fattorie didattiche. In queste primi giorni di attività, secondo una stima di Coldiretti Marche, si è registrato un incremento di circa il 10% sulle presenze settimanali di bambini nei centri estivi. Anche perché è aumentata l’offerta da parte di quelle strutture che, lavorando meno con ristorazione e alloggi, hanno preferito dirottare l’attività verso un servizio comunque apprezzato e sentito dalle comunità. Aumentate anche le presenze del fine settimana nelle fattorie didattiche di tutta la regione: nelle campagne marchigiane ce ne sono circa 50, più una dozzina di agriasilo. Aziende agricole pronte ad accogliere i bambini in sicurezza tra esperienze formative di educazione ambientale e alimentare, di conoscenza della campagna con i suoi ritmi, l’alternanza delle stagioni, la possibilità di produrre in modo sostenibile e l’occasione di esperienze dirette come seminare, raccogliere frutti, conoscere piante e animali delle fattorie. “La campagna – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – è da sempre un luogo ludico-educativo e, soprattutto in questa fase storica, diviene la meta preferita di famiglie e bambini che sentono la necessità di godere del valore ambientale e sociale custodito dalle fattorie didattiche e dagli agriturismi”. Imprese importanti per il territorio perché erogano servizi anche in aree marginali della regione, spesso gestite da piccoli comuni con poche risorse per poterli sostenere. E un aiuto anche alla redditività delle imprese agricole: i servizi didattici ed educativi rientrano nelle attività secondarie della moderna impresa agricola multifunzionale che, secondo un’analisi di Coldiretti Marche su dati Ismea-Rrn-Eurostat, rappresentano nelle Marche quasi per un terzo del valore aziendale, quota aumentata di 10 punti percentuali negli ultimi 10 anni.