Coldiretti Macerata, 2016-2020: a 4 anni dalle scosse è ancora la burocrazia a vincere
La stalla inagibile, la possibilità di ristrutturare e ridare vita alla sua attività che si scontra con il guazzabuglio di norme ed enti a cui rivolgersi. A quattro anni dalle scosse di terremoto che hanno devastato il centro Italia, e in particolare modo la nostra regione, si è costretti a celebrare questa triste ricorrenza ponendo ancora una volta i riflettori sull’ennesimo caso di burocrazia che ostacola la ripresa economica e sociale delle aree interne. Una vicenda davvero emblematica quella che arriva da Pieve Torina dove un imprenditore agricolo non può né ricostruire, né delocalizzare le stalle degli animali, inagibili dopo le scosse. “Nemmeno il progetto di investimento finanziato grazie ai fondi stanziati con il Psr Sisma della Regione Marche – spiega Giordano Nasini, Direttore di Coldiretti Macerata – riesce ad andare avanti con il serio rischio per il titolare di dover chiudere definitivamente un allevamento storico”. Intanto, rispetto al periodo pre sisma, la produzione agricola marchigiana ha perso il 6% del proprio valore. Dalla terra che trema all’immobilismo del mondo delle carte e delle autorizzazioni il rischio è quello di compromettere definitivamente la ripresa economica, prerequisito per il ripopolamento e per la successiva ripresa sociale, delle aree interne. “Con il nuovo commissario straordinario Legnini qualcosa si sta vedendo – aggiunge Nasini – ma il ritardo accumulato è tanto ed è ora di iniziare a correre se vogliamo veramente dare un futuro a questi territori”.