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Presentato il 2° Rapporto sulle libere professioni nelle Marche

I dati del nuovo report fotografano la grave crisi economica che dall’emergenza Covid-19 colpisce duramente anche il nostro territorio: “Serve un nuovo modello, dobbiamo utilizzare una leva più efficace, di confronto, dialogo e concertazione. Abbiamo la necessità di costruire un percorso comune, anche con le professioni, e in questo senso c’è tutta la disponibilità, mia e della Giunta che rappresento” afferma il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, mentre per il presidente del Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (Crel) Gianfranco Alleruzzo “è necessario includere i professionisti nella rappresentanza, dobbiamo riuscire a scegliere insieme, pensare a una crescita, ma in senso più equo”; sulla ricostruzione post-sisma, infine l’assessore regionale Guido Castelli osserva che “le professioni dell’area tecnica vanno a gonfie vele, ma hanno spesso la difficoltà di dotarsi di un’organizzazione più adeguata e di forme di aggregazione tra professionisti più efficaci. Tema diametralmente opposto, invece, per gli avvocati, in particolare giovani, che stanno vivendo difficoltà gravissime. Il nostro obbiettivo, quindi, è includere tutti i professionisti nelle linee strategiche di sviluppo economico delle Marche”

 

Ancona, 4 maggio 2021. Trovare risposte concrete e coinvolgere nelle decisioni politiche, così come nelle risorse da mettere in campo, un settore, quello delle libere professioni, che è volano essenziale per la ripresa dell’economia ma che risente, al tempo stesso, della crisi di privati e imprese, ancor più gravemente dall’inizio dell’emergenza Covid-19. E’ questo l’obiettivo principale del webinar di approfondimento, all’interno dell’iniziativa promossa a livello nazionale dalla Confederazione italiana libere professioni, con cui Confprofessioni Marche ha presentato i dati del 2° Rapporto sulle libere professioni nelle Marche, documento che raccoglie il maggior numero di indicatori, caratteristiche e tendenze sull’attività libero-professionale e sul lavoro indipendente. Ospiti dell’incontro, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, l’Assessore regionale Guido Castelli (Enti locali, Servizi pubblici locali, Bilancio, Credito, Demanio e valorizzazione del patrimonio, Finanze, Provveditorato ed economato, Rapporti con le agenzie, gli enti dipendenti e le società partecipate, Trasporti e reti regionali di trasporto, Organizzazione e personale, Aree di crisi industriali, Ricostruzione) e il presidente del Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (Crel) Gianfranco Alleruzzo, assieme al presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli.

 

“Occorre una ‘progettualità inclusiva’- ha sottolineato il presidente di Confprofessioni Marche Giacobelli -. In tal senso stiamo portando avanti un percorso costruttivo, e come parte sociale di rappresentanza dei professionisti, chiediamo alla politica regionale di esser sempre più coinvolti nei processi decisionali. Specialmente dall’inizio dell’emergenza Covid-19, serve un dialogo ancor maggiore tra tutte le componenti della società perché solo insieme si esce da questo periodo difficile, unendo le forze del sistema economico marchigiano”.  Ancor di più nella situazione critica determinata dalla situazione sanitaria, infatti, è necessario che tutte le risorse della Regione siano utilizzate al meglio: “Serve una visione per portare le Marche fuori dal guado – ha dichiarato il presidente della Regione Marche Acquaroli -. Dobbiamo cercare di costituire un nuovo modello, dobbiamo utilizzare una leva più efficace, di confronto, dialogo e concertazione. Al centro ci sono i territori, le imprese e i professionisti. Serve un metodo nuovo; non è facile, non siamo infallibili, e la pandemia non ci agevola nel lavoro di coesione, ma noi abbiamo la necessità, inesorabilmente, di costruire un percorso comune, anche con le professioni: in questo senso c’è tutta la disponibilità, mia e della Giunta che rappresento”.

La congiuntura attuale presenta rilevanti criticità e, proprio per questo, è necessario agire tempestivamente, a partire dal tema della rappresentanza: “Tutto il contesto è diventato molto più complesso – ha osservato il presidente del Crel Marche Alleruzzo – sono nate molte forme nuove che aggregano e rappresentano soggetti differenti, ponendo la necessità di un continuo riposizionamento: occorre quindi tenere in considerazioni tali trasformazioni. Molti soggetti, come i professionisti stessi, richiedono giustamente di essere riconosciuti, ed è necessario includerli: teniamo in considerazione che, senza di essi, non ci sarebbe una visione completa degli aspetti economici. Per progettare un futuro migliore, servono scelte condivise dal maggior numero di soggetti. Dobbiamo riuscire a scegliere insieme, pensare a una crescita, ma in senso più equo”.

Occorre una maggiore centralità delle libere professioni, insomma, specie nelle misure di bilancio della Regione Marche, con particolare attenzione alla ricostruzione post-sisma, così come nell’interlocuzione, a livello nazionale, che riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): “Per le aree del terremoto – ha spiegato l’assessore regionale Castelli -, in un atto complementare al Recovery Plan, è stato destinato 1 miliardo e 780 milioni per la rigenerazione economica di questi territori, risorse che si aggiungono all’integrazione da 30 miliardi di euro approvata dal Governo e agli oltre 191 miliardi del Recovery Plan stesso: i professionisti marchigiani avranno buone ragioni per considerare positiva questa notizia. Mutuando un’espressione del poeta inglese John Donne, nessun professionista è un’isola: le sue capacità e il suo lavoro dipendono dallo stato di salute dell’ecosistema in cui opera, e la nostra regione è stata particolarmente colpita dalle crisi degli ultimi anni. Eravamo la settima manifattura d’Europa ora, dai dati, siamo molto vicini invece alle regioni del Sud Italia. Il professionista che lavora nelle Marche deve misurarsi con una realtà difficile e va considerato comunque che c’è un’area tecnica che va a gonfie vele, pensando alla ricostruzione post-sisma e al super bonus, e ha spesso la difficoltà di dotarsi di un’organizzazione più adeguata e di forme di aggregazione tra professionisti più efficaci. Da questo si osserva bene come la ricostruzione sia partita, la mole di lavoro sta diventando enorme; tema diametralmente opposto, invece, per gli avvocati, in particolare giovani, che stanno vivendo difficoltà professionali gravissime. Il nostro obbiettivo, quindi, è includere tutti i professionisti nelle linee strategiche di sviluppo economico delle Marche”.

 

(di seguito, i dati del 2° Rapporto sulle Libere Professioni nella Regione Marche)

2° RAPPORTO SULLE LIBERE PROFESSIONI NELLA REGIONE MARCHE”

Le Marche durante l’emergenza Covid-19

In Italia e nelle Marche i primi casi si registrano a partire da inizio marzo mentre per il Centro a partire da metà marzo. Dopo una fase di riduzione del numero dei casi giornalieri, coincidente con il periodo estivo, si assiste ad un aumento a partire da metà ottobre estremamente più forte di quello evidenziato nel periodo marzo-maggio 2020. Da dicembre in poi, il numero di casi giornalieri di Covid-19 sembra ridursi e restare pressoché costante in Italia e nel Centro; le Marche presentano invece un andamento altalenante senza evidenziare un periodo lungo di riduzione dei casi.

Per quel che concerne la cosiddetta “seconda ondata”, il numero di morti giornalieri in Italia risulta dello stesso ordine di grandezza rispetto alla prima ondata ma su un arco temporale più ampio. Il Centro mostra una scala più alta, se si confronta la prima ondata con la seconda, mentre le Marche presentano una scala inferiore.

 

 

L’economia marchigiana nel contesto italiano

 

In Italia, il Pil e l’occupazione hanno seguito un andamento simile a partire dal 2012. In particolare, dal 2009 al 2012, entrambi gli aggregati hanno presentato delle oscillazioni, mantenendosi in linea con i valori di inizio periodo. Questa tendenza si è interrotta nel 2013, con un calo sia dell’occupazione sia del Pil. Dal 2015 invece si assiste ad una ripresa dell’economia.

In merito al Centro, il Pil registra un aumento tra il 2009 e il 2011, successivamente si assiste ad un calo brusco fino al 2015 e poi ad una crescita non sufficiente però a raggiungere i valori di inizio periodo. Il numero di occupati mostra un periodo di stabilità fino al 2013 per poi registrare una crescita consistente.

Il Pil e l’occupazione delle Marche mostrano un periodo di tendenziale diminuzione fino al 2013, successivamente il Pil registra una crescita contenuta non sufficiente a raggiungere i valori di inizio periodo mentre il numero di occupati dopo una breve e contenuta crescita torna a calare nel 2017 e a risalire successivamente non raggiungendo però i valori iniziali.

 

In merito ai tassi di inattività, occupazione e disoccupazione in Italia e nelle ripartizioni geografiche, si evidenzia come l’Italia si presenti una realtà molto eterogenea al suo interno. In particolare, la componente data dal Mezzogiorno influenza il tasso di occupazione italiano portandolo al di sotto dei valori registrati per il Nord e per il Centro, dinamica analoga si registra anche per il tasso di disoccupazione e il tasso di attività spinti ad assumere valori superiori a quelli registrati per il Nord e

per il Centro. Le Marche presentano, rispetto alla realtà della ripartizione, valori più bassi per il tasso di inattività e disoccupazione e più alti per il tasso di occupazione.

 

Osservando il caso specifico dell’occupazione nelle Marche si nota come nel secondo e nel terzo trimestre del 2020 ci sia un calo continuo di tale aggregato: nelle Marche nel 2020 i lavoratori indipendenti si riducono in tutti i trimestri considerati.

 

I liberi professionisti nel mercato del lavoro marchigiano

Osservando la relazione tra il pro capite e l’incidenza dei liberi professionisti per mille abitanti, si nota come, in generale, a valori maggiori di Pil pro capite corrisponda una maggior densità di liberi professionisti. Inoltre, le regioni che detengono i valori più bassi per entrambe le dimensioni sono quelle del Mezzogiorno. Le Marche presentano valori superiori alla media italiana per il numero di liberi professionisti per mille abitanti ma inferiori per il Pil pro capite.

 

Si evidenzia come in Italia, a causa del Covid-19, i liberi professionisti abbiano registrato un calo di circa 18mila lavoratori se si osservano i dati del primo trimestre 2020, rispetto allo stesso trimestre del 2019. Il calo maggiore si osserva in tre regioni del Nord Italia: Lombardia (-27.311), Piemonte (-15.233) e Liguria (-6.613). Il Lazio registra invece nello stesso periodo la crescita maggiore pari a circa 20.306 liberi professionisti.

In particolare, le Marche presentano una riduzione di poco meno di quattrocento liberi professionisti, con una variazione del -0,9%, un dato migliore rispetto alla media nazionale (-1,2%).

 

Riguardo all’andamento del numero di dipendenti ed indipendenti dal 2011 al 2019, sia a livello nazionale sia a livello di ripartizione Centro che nelle Marche, nel periodo considerato, gli indipendenti hanno subito un forte calo. Di converso, i dipendenti, sia a livello nazionale sia a livello di ripartizione e di regione registrano una crescita, rispettivamente del +4,7%, del +6,6% e del +0,4%. I lavoratori autonomi e gli altri lavoratori indipendenti subiscono un forte calo in tutte le aree geografiche considerate.  La classe dei liberi professionisti dal 2011 al 2019, viceversa, registra un incremento: in Italia del 17,5%, nel Centro del 19,2% e nelle Marche del 23,4%, una crescita, nella nostra regione, inferiore solo a quella, enorme, degli imprenditori (129%).

 

Osservando la crescita dei liberi professionisti, negli anni considerati, per settore di attività economica, si nota come questa risulti pressoché omogenea se si confrontano le tre aree considerate. L’Italia, il Centro e le Marche presentano un incremento dei lavoratori coinvolti in tutti i settori ad eccezione del settore “sanità e assistenza sociale” (-9%) per le Marche: nella nostra regione, l’aumento maggiore (86,9%) si registra nell’ area “tecnica” (attività degli studi di architettura e di ingegneria; collaudi e analisi tecniche), e anche il comparto del “commercio, finanza e immobiliare” ha segnato una decisa crescita (42,3%).

I liberi professionisti detengono un ruolo chiave nel processo di crescente e accelerata terziarizzazione. Il loro contributo si realizza anche in termini di creazione di lavoro dipendente: al 2019 si contano oltre 204mila liberi professionisti datori di lavoro in Italia, il 13,7% del totale. La percentuale nel Centro e nelle Marche risulta leggermente più bassa rispettivamente 13,6% e 11,8% Il numero dei liberi professionisti con dipendenti nelle Marche presenta un aumento del 18,8% nel periodo 2009-2019, valore in linea, e decisamente al di sopra, rispetto alla variazione percentuale nazionale (5,8%) e anche, se pur meno marcatamente, di quella della ripartizione Centro (16,1%).

 

 

Gli aspetti socio-demografici dei liberi professionisti marchigiani

Riguardo alla composizione per genere, nelle Marche, la quota di professioniste laureate nelle Marche è pari al 73% contro il 56% dei colleghi maschi, inferiore al dato nazionale (80%) e alla media del Centro (79%).

 

Per ciò che concerne la distribuzione per genere ed età, la fascia 15-34 anni è l’unica a mostrare un divario maschi-femmine pressoché nullo a livello nazionale e di ripartizione. Le Marche mostrano invece, proprio in questa fascia, uno dei divari più marcati a favore degli uomini (70% maschi e 30% femmine). Minoranza ancora più netta nella fascia over 65 anni, con solo il 19% di libere professioniste nelle Marche.

 

 

Dall’analisi della composizione per settori economici, il 52% dei professionisti delle Marche risulta occupato nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, un insieme che racchiude principalmente attività legali, di contabilità e di consulenza aziendale o architettura e ingegneria. Osservando l’ambito specifico, “area tecnica” (attività degli studi di architettura e di ingegneria; collaudi e analisi tecniche) risulta essere il settore più numeroso (24%) seguito da “commercio, finanza e immobiliare” (21%).

 

Raffrontando composizione per età e ambito di attività economica, i settori che nelle Marche, dal 2011 al 2019, registrano una diminuzione della quota dei liberi professionisti nella fascia d’età più giovane (15-34 anni) sono “area legale”, “amministrativa”, “sanità e assistenza sociale” e “servizi alle imprese e tempo libero”.

L’incremento più significativo, in linea con i dati precedenti, si riscontra invece per “area tecnica” che passa dal 9% del 2011 al 29% del 2019. Crescono anche i professionisti veterinari e coloro che lavorano in altre attività scientifiche, quali la ricerca e lo sviluppo tecnologico. In generale, il totale dei liberi professionisti più giovani nelle Marche è diminuito, passando dal 22% del 2011 al 20% del 2019.

 

Aumenta, invece, la quota di professionisti con più di 55 anni all’interno di ciascun settore di attività economica delle Marche. In particolare, tale tendenza è ancora più forte nel settore “sanità e assistenza sociale”: dal 27% del 2011 al 45% del 2019.  Unici settori che registrano una riduzione sono “area legale” e “commercio, finanza e immobiliare”. In generale, nel periodo in esame, il totale di over 55 risulta in crescita, dal 19% al 23%.