Brescia. La RSA di Carpenedolo eccellenza italiana di accoglienza residenziale per Alzheimer e SLA
Carpenedolo diventa il primo nucleo italiano in cui il paziente vive attraverso le sue capacità alterate o
limitate, piuttosto che di quelle preservate
Carpenedolo (BS), 3 ottobre 2022 – A Carpenedolo nascono due nuovi poli innovativi dedicati all’accoglienza
delle persone con Alzheimer e SLA. Si tratta dell’estensione della struttura assistenziale Fondazione S. Maria del
Castello. “Villaggio Insieme”, questo è il nome del progetto che esprime tutta la filosofia del “prendersi cura”
della storica RSA. Frutto di competenze multidisciplinari e soluzioni tecnologicamente avanzate, nasce dal
bisogno di offrire una risposta mirata e nuova al bisogno emergente di assistenza del territorio lombardo
per queste patologie ad alta complessità. Due percorsi di malattia che, seppur in modo del tutto diverso, hanno
un impatto devastante sul sistema di vita della persona.
“Proprio alla Vigilia della Giornata del Dono raccontiamo questa nuova tappa di un progetto che sarà un fiore
all’occhiello per l’accoglienza di patologie così complesse nella loro gestione e che coinvolgono numeri sempre
più importanti in Lombardia – dichiara Simona Tironi, vicepresidente Commissione Sanità e Politiche Sociali
di Regione Lombardia, che continua –“Villaggio Insieme” è un esempio concreto di come, a partire dall’ascolto
del bisogno, la comunità si prenda cura dei più fragili e, al tempo stesso, del proprio futuro, attraverso
competenza, passione e capacità di lavorare insieme per il bene comune”.
I numeri in Lombardia sono impressionanti: 100mila persone convivono con queste due severe malattie
neurodegenerative. Per la maggioranza si tratta di adulti con Alzheimer, che vivono un deterioramento
progressivo, cronico ed irreversibile delle loro funzioni cognitive. La SLA, seppur nella sua rarità, coinvolge circa
1.000 lombardi, compromettendo rapidamente i muscoli volontari preposti a movimento, respirazione, deglutizione
e comunicazione. “Villaggio Insieme”, con 40 posti per Alzheimer e 20 dedicati alla SLA, è un progetto unico
nel suo genere.
“Villaggio Insieme. Insieme perché abbiamo creduto nel sogno di creare un luogo che vada oltre lo scorrere del
tempo e che permetta di far attraversare la malattia con dignità – dichiara Fausta Brontesi, presidente di
Fondazione S. Maria del Castello, che continua – Noi faremo il nostro lavoro. In alleanza con le istituzioni e le
associazioni dei pazienti. Ci impegneremo perché il nostro “prenderci cura” sia capace di imparare ogni giorno, e
sempre più, dagli specialisti. Se stiamo realizzando tutto questo è proprio grazie ad un grande lavoro di squadra.
Insieme, appunto.”
Un’alleanza, dunque, che vede il sostegno delle istituzioni lombarde con l’egida di Regione Lombardia e ATS
Brescia; l’esperienza clinica multidisciplinare dei Centri Clinici NeMO e il supporto prezioso delle Associazioni
dei pazienti, la Federazione Italiana Alzheimer e AISLA che vivono in prima linea la malattia. Insieme si sta
investendo con coraggio in soluzioni progettuali nuove e in approcci di presa in carico ancora inesplorati
che cambiano il concetto stesso di assistenza. Al centro rimane saldo il valore imprescindibile della dignità
della persona.
“L’ascolto del bisogno. Questo è lo spirito con cui è nato il nostro centro a Brescia due anni fa. – dichiara Alberto
Fontana, presidente Centri Clinici NeMO – Lo stesso con il quale, oggi, mettiamo a disposizione le nostre
conoscenze specialistiche e multidisciplinari per far sì che questi spazi diventino casa. L’alleanza tra istituzioni,
associazioni e clinici è la risposta più efficace perché nasce da valori condivisi e dalla corresponsabilità di porre
sempre la persona al centro”.
“Villaggio Insieme”, è un sogno che inizia con un dono. E proprio perché i segni di bene, senza clamore si
moltiplicano, a pochi mesi dall’avvio del primo nucleo Alzheimer, la Fondazione riceve la generosa donazione
dalla carpenedolese Gioconda Bozzola. Dopo avere vissuto 14 anni al fianco del marito affetto da SLA, la sua è
una scelta di dono per far costruire uno spazio dedicato all’assistenza dei pazienti che combattono la malattia
insieme alle loro famiglie, perché nessuno debba più affrontare il senso di solitudine che lei ha vissuto negli
anni accanto al marito.
“È stato un lavoro di tanti e sarà un successo per tutti!” – dichiara Stefano Tramonti, Sindaco di Carpenedolo.
La piccola città lombarda in provincia di Brescia diventa, così, il primo nucleo italiano di accoglienza residenziale
in cui il paziente vive con caratteristiche di familiarità, attraverso le sue capacità alterate o limitate, piuttosto che di
quelle preservate.