Bombardieri ad Ancona, Uil Marche: “Con Regione confronto sporadico, rilancio Marche in salita”
“I distretti sono stati sempre la ricchezza del territorio marchigiano ma le aziende rischiano di andare in crisi se non si fanno scelte chiare di politica industriale, di sostegno a quelle che restano e producono sul territorio. Noi contestiamo il Governo di aver dato tutti indistintamente anche a chi ha sede all’estero o chi ha delocalizzato, a chi ha licenziato invece c’è bisogno di una condizionalità nelle risorse che si utilizzano e soprattutto occorre avere un’idea sulla quale lavorare per la crescita del Paese nei prossimi anni”. Lo ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, in visita oggi ad Ancona per partecipare all’Assemblea regionale della Uil Marche. Una due giorni che prevede, domani alle 10.30 alla Raffineria Api di Falconara, anche la partecipazione all’Assemblea della Uiltec Marche alla quale parteciperanno Daniela Piras, segretaria generale della Uiltec e Manuel Broglia, segretario generale della UilTec Marche. Nelle Marche il tasso di tasso di disoccupazione è al 6,7% il tasso di inattività al 28,1%, dati migliori della media nazionale ma al di sotto di quelli delle regioni del Centro Nord. In una lunga sequenza di crisi che prosegue da tre lustri la regione ha perso oltre 20mila aziende e 13mila posti di lavoro “e tutto ciò avviene in un sistema ancora poco strutturato ad affrontare l’evoluzione dei distretti produttivi, il necessario ricambio generazionale, il mondo globalizzato e l’innovazione di processo e di prodotto” ha spiegato la segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli. La stessa Uil, lo scorso novembre, insieme a Cgil e Cisl ha approvato il documento programmatico #versomarche2025 con l’obiettivo di avanzare proposte immediate e concrete rispetto a vecchi e nuovi problemi che attanagliano la regione. Documento che è alla base della assemblee territoriali e che è stato inviato anche alla giunta regionale. “Anche se il governo regionale si è insediato oltre 2 anni e mezzo fa – aggiunge la segretaria Mazzucchelli – abbiamo relazioni sindacali confederali ancora sporadiche e in molti casi non adeguate ad affrontare la difficile situazione attuale che richiederebbe una forte sinergia tra le istituzioni e tutte le parti sociali in una rinnovata stagione di partecipazione”. Nel suo intervento la segretaria ha toccato anche il tema della qualità del lavoro. “Ci sentiamo raccontare che “i giovani non vogliono responsabilità o non vogliono lavorare” ma secondo noi sono affermazioni superficiali – conclude la segretaria – c’è qualcosa di più profondo: intanto per i Millenials il lavoro non è più la realizzazione della vita ma uno degli elementi che contribuisce a mantenerne l’equilibrio. Inoltre bisogna prendere atto che nelle Marche abbiamo le retribuzioni più basse della media nazionale (per non parlare del centro/nord) e tanto lavoro precario (tirocini, somministrazioni, staff leasing) ma anche irregolare. Quindi il motivo non è la fuga dalle responsabilità o il reddito di cittadinanza ma la volontà di trovare condizioni di vita, lavorative ed economiche più vantaggiose altrove. È la mancanza di appetibilità che sta alla base di questo difficile reperimento ed è necessario avviare una volta per tutte un serio tavolo di confronto tra associazioni sindacali e datoriali, Regione, mondo dell’istruzione e della formazione perché bisogna partire da una seria ed efficace programmazione di sviluppo economico e sociale e da un efficace orientamento scolastico per risolvere il mancato incontro tra offerta e richiesta di lavoro. Più si innalza la capacità e la qualità lavorativa, più si dà un volano allo sviluppo e ai salari. Qualità lavorativa che significa anche felicità e dignità, raggiunta attraverso l’equa retribuzione delle risorse, la protezione sociale, il riconoscimento del proprio valore come lavoratore ma soprattutto come persona e più la sicurezza nei luoghi di lavoro. La scorsa settimana abbiamo dovuto registrare l’ennesimo morto sul lavoro a Fano, Giacomo, 26 anni, ed è la terribile riprova di un’emergenza divenuta purtroppo strutturale e che arriva dopo altri 5 incidenti mortali registrati dall’Inail nei primi due mesi di questo anno. Numeri inaccettabili che ci fanno tornare a ribadire, come da anni facciamo nell’ambito della campagna Zero Morti sul Lavoro, che è tempo di investire in sicurezza, in formazione, in controlli e penalizzazioni per le aziende che mettono in pericolo i propri lavoratori. Perché, se guardiamo ai dati del 2022, quasi 52 infortuni ogni giorno e una media di 3 morti al mese (32 morti nel 2022) ci dicono chiaramente che tutto questo non può essere imputato a un tragico fato ma a precise responsabilità”.