Attualità a cura di Maurizio Donini

PNRR e mercato del lavoro

Il Decreto PNRR ha introdotto alcune rilevanti novità in tema lavoro, in particolare, sono da evidenziare le
complesse revisioni dell’apparato sanzionatorio per il lavoro irregolare e i nuovi requisiti per i datori di
lavoro per godere dei benefici normativi e contributivi, misure che secondo Marco Menegotto, Ricercatore
ADAPT “Riaffermano un approccio emergenziale e poco organico al diritto sanzionatorio del lavoro, con
l’inasprimento di alcune sanzioni (in particolare quelle legate al lavoro ‘nero’) e l’introduzione di una nuova
gradualità nel complesso schema di determinazione delle sanzioni civili per il caso di omissione ed evasione
contributiva. Sono inoltre presenti riferimenti ai processi di esternalizzazione e le relative misure
sanzionatorie, oltre che alla lista di conformità e alla nuova patente a punti.”.
Su questo ultimo punto, il governo è intervenuto per rafforzare i controlli sui luoghi di lavoro, modificare la
Lista di conformità INL e approvare revisioni nel settore degli appalti in edilizia per garantire la conformità
della manodopera impiegata. In seguito alle modifiche, la Lista di conformità INL permette ora ai datori di
lavoro regolari di essere iscritti in un elenco pubblico, con effetti di esenzione da verifiche per 12 mesi, ma
con limitazioni e la possibilità di revoca in caso di violazioni successive. È stato inoltre introdotto il sistema
di qualificazione basato sulla “patente a punti” per imprese e lavoratori autonomi operanti in cantieri
temporanei o mobili, con una regolamentazione complessa e la necessità di mantenere un certo numero di
crediti per operare.
Giada Benincasa, Assegnista di ricerca Università di Modena e Reggio Emilia, commenta: “Da un’analisi di
questi provvedimenti – chiarisce – sembra però essere stata trascurata l’esigenza di costruire sistemi di
qualificazione ad hoc per specifici settori. Per questa ragione resta in dubbio l’effettività di tale disposizione
in quanto, almeno da una prima analisi, il rischio sembra essere quello di aver progettato l’ennesimo
complesso sistema incentrato su regole formalistiche (uguali per tutti) a discapito di una concreta tutela sul
piano sostanziale che necessariamente passa anche dalle peculiarità del settore in cui imprese e lavoratori
si trovano ad operare.”.
Da segnalare anche un rafforzamento dell’attività ispettiva dell’ITL e altri Enti vigilanti. Le principali misure
includono la revisione delle sanzioni per evasione contributiva, il potenziamento della collaborazione tra
contribuenti e INPS, nuove modalità di ispezioni previdenziali e un aumento delle risorse per i servizi
ispettivi. Le sanzioni civili per il mancato pagamento dei contributi possono essere evitate se il pagamento
viene effettuato entro 120 giorni, o attraverso piani di pagamento rateizzato. Anche le sanzioni sono
ridotte in caso di incertezze interpretative o probabile insolvenza.
Giovanni Piglialarmi, Ricercatore Università di Modena e Reggio Emilia spiega che: “Il Decreto PNRR
facilita l’applicazione di regimi sanzionatori più favorevoli per il contribuente e promuove un rapporto di
collaborazione tra contribuenti e INPS, condividendo informazioni utili per gestire il rapporto contributivo.
Viene infatti introdotta la possibilità per l’INPS di effettuare accertamenti d’ufficio tramite la consultazione
di banche-dati, facilitando il controllo previdenziale. Tuttavia, sorgono dubbi riguardo all’utilizzo di tali
informazioni come argomenti di prova esclusivi in giudizio.”.
Infine, da segnalare, le disposizioni relative alle attività stagionali in imprese agricole e al lavoro domestico.
Il decreto ha infatti modificato una legge del 2022, portando alcune novità riguardo alle sanzioni per il
lavoro occasionale in agricoltura a tempo determinato. Ora, la sanzione pecuniaria non viene più applicata
in caso di violazione dell’obbligo di comunicazione preventiva al Centro per l’impiego, ma è prevista solo se
si impiegano soggetti diversi da quelli esplicitamente indicati nella legge del 2022 (ossia persone
disoccupate o percettori di NASpI o DIS-COLL, pensionati di vecchiaia o di anzianità, giovani con meno di 25
anni, detenuti o internati ammessi al lavoro esterno). Se si ricorre a lavoratori diversi da quelli specificati, si
può essere soggetti a una multa da 100 a 500 euro per ogni lavoratore coinvolto.

MAURIZIO DONINI