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CGIL SU SANITA’: MARCHIGIANI SEMPRE PIU’ IN FUGA DALLE MARCHE

PEGGIORA ANCORA LA MOBILITA’ PASSIVA. LONGHIN: “MARCHE POCO
ATTRATTIVE”.
Sanità, si fugge dalle Marche sempre più. “I marchigiani preferiscono curarsi altrove, le
Marche non sono attrattive”, commenta Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil
Marche.
I DATI – Secondo i dati Agenas del 2022, elaborati dall’Ires Cgil,sulla mobilità sanitaria
si registra che le Marche presentano una spesa per la mobilità passiva più alta dei ricavi
della mobilità attiva. In altre parole, la spesa effettuata dall’ente per i propri residenti
che vanno a curarsi in strutture sanitarie di altre regioni è più alta rispetto ai ricavi per le
cure offerte dalle proprie strutture ai residenti di altre regioni.
Il saldo economico nel periodo 2019-2022 risulta essere sempre negativo. Nel 2022,
per i ricoveri, si tratta di circa -27 milioni di euro (peggioramento del 34% rispetto al
2019) mentre per le prestazioni ambulatoriali (prestazioni di diagnostica, terapeutiche e
di laboratorio) il saldo è di -13,9 milioni di euro. I maggiori volumi di fuga, riguardano la
tipologia “laboratorio”. Con riferimento alla mobilità ospedaliera (parte più
consistente), dei 108 milioni di euro spesi per i ricoveri effettuati fuori regione, 90,4
(84%) hanno interessato casi per i quali lo spostamento deriva da una scelta del
paziente, cioè ricoveri sui quali la regione potrebbe intervenire per contrastare il
fenomeno (mobilità effettiva). Sono 22.232 i ricoveri “in fuga”, in particolare verso
Emilia-Romagna e Lombardia, regioni con un elevato indice di attrazione.
Dall’altra parte, i ricavi generati da ricoveri erogati a pazienti di altre regioni ammontano
a 80 milioni di euro, dei quali 63,4 milioni generati da mobilità effettiva, equivalenti a
14.455 ricoveri, in particolare riferiti a residenti dell’Abruzzo.
Il saldo negativo trova riscontro anche nell’ISDI (indice di soddisfazione della domanda
interna), indicatore che misura la capacità del sistema sanitario regionale di rispondere
ai bisogni di cura dei proprio cittadini. Proprio l’Isdi certifica che, nella mobilità
ospedaliera, le Marche non sono potenzialmente in grado di soddisfare la domanda
interna di cure e questo può indurre i cittadini a migrare verso altre regioni per ricevere
le cure necessarie. Nello specifico, il valore è di 0,96, ma per soddisfare i bisogni interni
di salute è necessario raggiungere un valore almeno pari ad 1. Valori superiori indicano,
invece, che la regione produce un’offerta di prestazioni sanitarie superiori alla domanda.
Pertanto, attualmente le Marche si qualificano come una Regione più di “fuga” che di
attrazione.
L’ANALISI – Per Longhin, “ gli indicatori ci dicono che la regione non è attrattiva e che i
marchigiani preferiscono farsi curare altrove. Serve subito un’inversione di rotta e un
cambiamento radicale nelle politiche sanitarie.Le riforme sanitarie tanto sbandierate
dalla Giunta non hanno prodotto alcun risultato perché i cittadini, tutti i giorni, fanno i
conti con una sanità che non funziona e per potersi vedere riconosciuto il diritto alla
salute sono costretti ad emigrare”. La Giunta, conclude, “ cosa ha fatto finora per
bloccare l’esodo a cui sono costretti i marchigiani? In questi anni, sono state fatte tante
promesse e tanti proclami ma purtroppo la situazione è tutt’altro che migliorata. Ciò
significa che le azioni messe in campo sono inadeguate rispetto all’urgenza della
situazione”.