Sadam uno spiraglio si apre, ma troppe aziende restano chiuse
FERMO – Sedici lunghe ore continuate attorno ad un tavolo, poi la fine l’accordo ieri mattina, erano le 4 poco prima dell’alba. Poche ore più tardi, erano le 11, l’accordo è stato ratificato nelle stanze del ministero del Lavoro. Missione compiuta per i lavoratori ancora in mobilità in attesa della tanto agognata riconversione dello stabilimento fermano.
Maratona romana per i rappresentanti dell’ex Sadam Fermo che alla fine insieme a tanti altri hanno tirato un sospiro di sollievo. Alle 4 del mattino infatti a Roma, dopo 16 ore di trattativa serrata, hanno raggiunto accordo con Eridania Sadam. Poi è seguita la ratifica al ministero a suggello e garanzia del patto.
Il centro del problema: i lavoratori non avevano ormai più possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali. Quindi si è costruita attraverso il periodo di mobilità che ogni lavoratore ha (in base agli anni di età) una soluzione di reddito mensile. In questo arco di tempo a mano a mano che arriveranno le autorizzazione a costruire la centrale (per Fermo, Celano e Castiglion Fiorentino, Jesi invece area commerciale e meccanica) la società avvierà alla riassunzione dei dipendenti
A siglare il patto finale c’erano tutte le componenti sindacali che sulla vicenda hanno mostrato un fronte compatto: Fai-Flai-Uila nazionale, regionale e territoriale, Rsu Fermo, Celano, Jesi, Castiglion Fiorentino. Ovviamente anche i vertici di Eridania Sadam e Unionzucchero.
“E’ stato costruito un accordo attorno alla mobilità individuale dei lavoratori – hanno detto i lavoratori dell’ex Sadam coinvolti nella trattativa romana – un accordo che garantisce un reddito dignitoso mensile per i prossimi 30 mesi a partire dal 1 luglio”.
Trovata la tranquillità per le famiglie dei lavoratori che loro malgrado ancora non trovano una soluzione nel fermano riprenderà la battaglia per poterla attuare: ovvero la riconversione dello stabilimento di Campiglione come era nei patti iniziali tra Regione, Provincia e Stato.
“Ora continuerà con più determinazione, da parte nostra, – hanno detto dalla Rsu dello stabilimento ex Sadam di Fermo – l’impegno per la realizzazione della centrale a biomasse. Ci saranno verifiche periodiche a livello locale e nazionale dello stato di avanzamento dei progetti”.
Siamo infatti come sembra alle fasi finali, anche se si parla purtroppo ancora in termini di anni: “Entro i prossimi 30 mesi Power Crop dovrà riassumere i lavoratori ex Sadam. Fondamentale sarà l’azione della sentenza di ottemperanza da parte del Consiglio di Stato nei confronti della provincia di Fermo attesa nei prossimi giorni”.
Per una vertenza che si chiude con un esito favorevole altre aziende restano chiuse senza soluzione. E’ il caso della Monaldi di Petritoli, delle diverse piccole e medie aziende calzaturiere investite dalla crisi come conseguenza dell’embargo verso la Russia, con ripercussioni anche sull’indotta e la logistica.
LA CENTRALE DI FERMO
E la centrale di Campiglione speranza di lavoro? Un groviglio giudiziario: Per i lavoratori e proprietà che vogliono la centrale diventa fondamentale ora il pronunciamento del Consiglio di Stato dopo che la Provincia ha dato la sua interpretazione non dando seguito alla sentenza di pochi mesi fa. Infatti dopo che la Provincia si è opposta a questa sentenza la Pover Crop si è vista costretta a chiedere di nuovo ai giudici di spiegare la sentenza appena emessa. Si chiama si chiama “sentenza di ottemperanza”. Insomma, non basta la sentenza emessa dal giudice, ora serve anche la spiegazione. In ballo c’è la riproposizione dell’intero iter di documentazione (durato finora 7 anni) come vuole Fabrizio Cesetti oppure la ripartenza dagli atti già fatti alla luce delle sentenze di Tar e Consiglio di Stato