Europa sempre matrigna?
E’ d’uso prendersela con l’Europa quando le direttive comunitarie “affondano” i nostri settori economici di maggior pregio. E’ così nel caso dell’Agricoltura, della Pesca, della commercializzazione dei prodotti agricoli ed è così anche per il settore turistico balneare con la direttiva Bolkestein. Per la verità da tempo andiamo sostenendo come i problemi creatici dall’Europa sono per la verità di origine tutta italiana. In primo luogo perché abbiamo consentito nel tempo, noi fondatori dell’Europa, la trasformazione del progetto o del sogno in un incubo burocratico e legislativo. In secondo luogo perché oramai da lungo tempo non mandiamo in Europa politici di “razza”, per cultura e carattere capaci di sostenere il confronto con le attività di lobbing degli altri paesi europei. In terzo luogo perché sul piano interno non abbiamo più da tempo una classe dirigente all’altezza della situazione e quindi in grado di confrontarsi alla pari nelle istituzioni comunitarie. L’esempio evidente è la direttiva Bolkestein, da tempo nota a tutti e da tempo sono note a tutti le ricadute non minimali sul nostro settore turistico balneare. In sintesi gli stabilimento balneari attuali e le attuali concessioni non potranno più essere prorogate o concesse, ma dovranno essere poste all’asta. Principio condivisibile! Se non fosse per il fatto non trascurabile di dover capire come indennizzare gli attuali gestori per gli investimenti fatti e come recuperare le decine di migliaia di forza lavoro potenzialmente a rischio esclusione in caso di mancata aggiudicazione da parte degli attuali gestori dell’asta. Tutte cose note da tempo, alle quali Roma ha sempre “tentato” unicamente di sottrarsi o di mettere una pezza, ben sapendo che la pezza, spesso è peggio del buco.
r.an