IMMIGRAZIONE:SONO CIRCA 5MILA I RICHIEDENTI ASILO, NELLE MARCHE UNA GESTIONE ANCORA EMERGENZIALE
Nelle Marche ci sono circa 5mila richiedenti asilo; di questi,
4300 circa sono ospitati nei Cas, centri di accoglienza
straordinari. Il resto fa parte del cosiddetto sistema Sprar e
cioè un sistema costituito da una rete di enti locali che
accedono alla realizzazione di progetti di accoglienza tramite
il fondo nazionale ad hoc. Rispetto allo stesso periodo del
2015, c’è stato un aumento dei richiedenti asilo di circa il
25%, in linea con il trend nazionale.
Sono questi gli ultimi dati, aggiornati al novembre scorso,
della Prefettura di Ancona relativi all’immigrazione nelle
Marche, rielaborati dalla Cgil Marche.
Questo quadro fa emergere il fatto che, nonostante il sensibile
aumento di arrivi rispetto allo stesso periodo del 2015, i
rifugiati nella regione non rappresentano un’emergenza e,
dunque, non avrebbe senso ripristinare i Cie (Centri
d’indentificazione ed espulsione), riproposti da questo governo.
Tuttavia, anche l’attuale sistema di gestione dei rifugiati
mostra qualche difficoltà. Dice infatti Giuseppe Santarelli,
segretario regionale Cgil: Il decreto legislativo 142 del 2015
ha individuato nel sistema Sprar il modello di accoglienza da
sviluppare; nel 2016, però, rispetto al 2015, la quota di
richiedenti asilo, ospitati nei centri Sprar è diminuita
passando dal 16% del 2015 all’11% del 2016. Questo significa che
l’immigrazione, nelle Marche, non riesce ad uscire dalla logica
emergenziale. Per affrontare al meglio tale questione, secondo
la Cgil Marche la giunta regionale deve assumere il
coordinamento di questo tema che è politico e non di ordine
pubblico e costruire un punto di raccordo tra gli enti locali e
le associazioni perché il tema dei rifugiati ci interesserà di
qui ai prossimi anni. Va inoltre sottolineato che la logica
emergenziale, alimentata dagli appalti prefettizi, talora sfugge
alle regole e ai controlli.
Infatti, non sempre i capitolati degli appalti vengono
rispettati e chi ne fa le spese sono gli immigrati stessi ma
anche le centinaia di lavoratori del terzo settore, talvolta
assunti in modo non regolare. Conclude Santarelli: Occorre
continuare ad accogliere ma chiedendo il rispetto di regole
chiare e la piena legalità. Più di un anno e mezzo fa, è stato
inviato un documento alla Regione per avviare un confronto su
questi temi: ancora si attende una risposta.