Holacracy la gerarchia aziendale a cerchio
La velocità cui cambia il mondo del lavoro sulla spinta della globalizzazione comporta che le
aziende cerchino nuovi modelli di organizzazione del lavoro, che superino le ingessature vetuste
che caratterizzano la struttura aziendale da sempre. Uno dei sistemi che stanno avendo più
successo negli ultimi anni è la ‘Holacracy (olocrazia in italiano), organizzazione del lavoro messa a
punto da Brian Robertson e descitta nel libro ‘Holacracy: The new management system for a
rapidly changing world’ edito nel 2015. La teoria degli oloni fu coniata dal giornalista Arthur
Koestler, nome inventato per descrivere qualcosa che è allo stesso tempo un intero e una parte.
La Holacracy cambia la struttura aziendale da una classica di tipo verticistico a una distribuita in
cerchi dove ognuno è capo di sé stesso, decidendo in autonomia come perseguire la strategia
aziendale nella migliore maniera con i mezzi a propria disposizione. L’esempio più importante è
quello di Zappos, società di abbigliamento della galassia Amazon che fattura 1 miliardo di dollari
all’anno, che ha adottato questa destrutturazione gerarchica venendo poi seguita da altre 300
aziende a oggi.
Con la Holacracy ci passa da una struttura gerarchica a forma piramidale a una fatta di cerchi, in
cui ognuno è responsabile per sé stesso. I cerchi possono essere concentrici, uno all’interno di un
altro più grande, a ogni persona viene assegnato non uno specifico carico di lavoro, ma una serie
di ruoli che possono anche cambiare nel tempo. Il soggetto ha ampio ruolo decisionale e
autonomia nell’ambito del perseguimento della strategia aziendale assegnata, ma niente riunioni
e cambi di rotta massivi. La rapidità della risposta è una delle caratteristiche della Holacracy,
meeting rigidamente codificati dalla dottrina con valutazioni mensili sul raggiungimento del
risultato e aggiustamenti se necessario (Jeff Bezos ha stabilito un massimo di 30 minuti per le
riunioni dichiarando non serve di più per esporre le idee e ha proibito le presentazioni
powerpoint).
L’olocrazia mette al centro l’individuo valorizzandone le capacità, non si tratta di anarchia
funzionale, ma di una struttura snella e ad alto tasso di reazione dove obiettivi e regole sono
trasparenti. Non sono tutte rose, se vista così sembra tutto perfetto, ci sono individui che in
questa maniera scoprono di essere messi davanti alle proprie responsabilità, mentre è più facile
lamentarsi sempre all’interno di una struttura tradizionale, ergendosi a vittime del sistema ed
evitando le responsabilità.
MAURIZIO DONINI